Capannelle galoppo: corse di domenica 8 novembre

Il Roma Champions Day è stato, da un paio di stagioni un atto di coraggio ed insieme una scelta di cultura da parte dell’ippodromo Capannelle e delle Istituzioni ippiche italiane.
Il coraggio è stato quello di concentrare un numero notevole di corse di alta selezione nella stessa giornata (una tendenza che ha visto sulla stessa linea anche Milano) con tutti i rischi del caso.
La scelta di Cultura è stata duplice: in termini generali si è voluto fare di alcune giornate faro del nostro turf un autentico crogiolo di costume, sociale ed ovviamente altamente tecnico (purtroppo al momento solo a porte chiuse), in termini strettamente ippici e dunque tecnici è prevalsa la scelta di consentire in una unica giornata la possibilità a cavalli con differenti attitudini ed età di avere la loro occasione selettiva di alto profilo.
In sostanza: tutto in un pomeriggio oppure in più giorni come accade ormai prevalentemente nel mondo e non da ieri.
Circa 300 anni fa, ovviamente la dove il Turf nella sua essenza purissima, è nato, in Inghilterra, la Regina di allora, Anna, all’inizio del 1700 disegnò i contorni del galoppo moderno dando vita al meeting reale di Ascot, ancora oggi faro assoluto mondiale.
Oggi quella scelta vive, in tutto il mondo, il suo massimo fulgore. Gli anni 2000 hanno consacrato la scelta del meeting universalmente. Da gennaio a dicembre ad ogni latitudine si susseguono meeting o giornate singole di assoluto prestigio e massima selezione, unico scopo per cui esistono Turf e Corse.
Il meeting può essere lungo, Ascot emblematico in materia, oppure tutto si può risolvere in un paio di giorni come a Parigi o una sola giornata, di nuovo Ascot a darci la misura con il suo Campion Day del quale il pomeriggio romano trae spunto intellettuale e pratico.
Che il fenomeno sia mercurianamente globale lo dimostrano ad esempio le giornate come quella della Melbourne Cup oppure della Japan Cup, della Gold Cup di Meydan, cosi come quella di Hong Kong e allo stesso tempo tutti gli altri meeting inglesi o le grandi giornate francesi senza trascurare, conferma di assoluta esistenza di un villaggio globale del Turf ad esempio il pomeriggio del Carlos Pellegrini in Argentina oppure, in gennaio, la grande giornata stile King George in Sud Africa.
Che questa deriva sia quella vincente nel Turf moderno lo confermano anche le new entry della Pegasus Cup e della Saudi Cup, rispettivamente a Miami e a Riad in Arabia. La selezione dunque oggi si articola attraverso momenti di più fruibile percezione da parte degli appassionati grazie proprio alla concentrazione delle grandi prove.
Una scelta cosmopolita e mercuriana alla quale l’Italia non si è sottratta e che Roma ha sposato in pieno.
Da oltre 150 anni il galoppo a Roma significa Capannelle, le cui prime corse datano comunque verso la metà dello 800.
Uno scenario incomparabile con quinte naturali come i Castelli Romani all’orizzonte, la splendida campagna romana come cornice e con alle spalle lo storico, meglio ancora unico, parco dell’Appia Antica che ci guarda con il distacco di chi ha visto il trascorrere di millenni di Storia.
Capannelle si apre a questa scelta tecnica, di costume e di cultura per almeno tre volte durante l’intero anno in occasione delle giornate del Parioli e dell’Elena, una sorta di Spring Day, in quella del Derby che non ha certo bisogno di presentazioni e appunto adesso con il Roma Champions Day, oltre ovviamente ad almeno un’altra dozzina di splendidi pomeriggi durante primavera e autunno.
Il Roma Champions Day è anche l’ultimo summit importante in Europa una sorta di congedo mentre si è appena corso a Melbourne e ci si appresta a farlo a Tokio e Hong Kong, oltre alla contemporanea Breeders Cup.
Un’occasione importante, grazie anche alla valenza economica del montepremi, per tutte le attitudini e per le tutte le età.
In programma infatti il Premio Roma sui 2000 per tre anni e oltre dall’albo d’oro ricco di nomi importanti, corsa di gruppo due a metà strada con il gruppo uno quanto a rating, da sempre l’appuntamento conclusivo nel continente cosi come il Lydia Tesio, altro gruppo due, che onora il ricordo della grande signora del Turf italiano, la compagna preziosa di Federico Tesio e che è riservato alle femmine di tre anni e oltre sempre sulla distanza dei 2000 metri.
Altro confronto intergenerazionale è rappresentato dal Premio Ribot, il cavallo del secolo, sulla distanza del miglio sovente trampolino per viaggiare verso Hong Kong. Ai due anni sono riservate due corse di sicuro prestigio: il Berardelli, ricorda in Guido lo storico presidente Unire, che misura sui 1800 le ambizioni classiche per la futura stagione ed il Divino Amore riservato ai flyer puri sui 1000 metri.
La velocità sarà anche il tema del premio che ricorda Franco e Carlo Aloisi ai vertici Jockey Club e Unire e che si disputa sui 1200 metri, pattern di gruppo tre.
Lydia Tesio – La Storia
La prima edizione del premio che onora Lydia Tesio data 1968, subito dopo la sua scomparsa ed è significativo che ad assegnarsi la vittoria sia stata una delle giubbe storiche del Turf italiano, la Fert che vinse con Atala e che è ancora baluardo del nostro galoppo grazie ai trionfi nel 2020 di Way To Paris in Europa. Molti celebrati complessi italiani sono andati a bersaglio nella grande corsa: la Gibi di casa Barbieri, la Metauro dei fratelli Aloisi, la Cieffedì di Carlo D’Alessio, la storica Mantova, ovviamente la Dormello Olgiata, la scuderia Gabriella di Riccardo Zanocchio, la Rencati di Luciano Salice, la White Star di Luciano Gaucci, la Rima di Luciano Betti, la Montalbano di casa Borghi, ed ancora Carlo Viittadini, Francesca Turri, la Briantea con negli ultimi anni per quattro volte la Effevi di Felice Villa.
Ciò che rende orgogliosamente importante questa pattern è stata anche la frequentazione vincente di grandi complessi internazionali: Nelson Bunker Hunt, Paul De Moussac, Aga Khan, Hamdan Al Maktoum, lo sceicco Mohammed anche nella versione Godolphin, Oppenheimer, una sorta di gotha del grande galoppo. Non sono da meno le cavalle buone: Croda Rossa, Dudinka, Orsa Maggiore, Grande Nube, Zabarella, Giustizia, Marmolada , Azzurrina, Friendswood, Miss Secreto, Lara’s Idea, Grey Way, Zomaradah, Quiza Quiza Quiza, Sound of Freedom e da ultima Call Me Love. Nomi pesanti che testimoniano della costante importanza di una corsa che è summit intergenerazionale sulla distanza dei 2000 a chiusura di stagione.
Premio Lydia Tesio 2020
Che Lidya Tesio attende gli appassionati nella stagione 2020? Saranno otto le cavalle in pista dall’estero presenze di eccellente qualità come quella di Grand Glory, allenata da Gianluca Bietolini, fresca di vittoria in pattern e a tre anni capace di sfiorare la vittoria nel Diane, Angel Power anche lei capace di vincere in corsa di gruppo estera, cosi come No Limit Credit è stata seconda nelle Ghinee Tedesche e nelle pattern si è fatta onore anche Spirit Nelson.
Il gruppo delle cavalli italiane si fa forte di Elisa Again terza lo scorso anno ma in forma smagliante come dimostra la vittoria nel milanese Cirla. Sarà in pista la laureata del premio Elena, Granatina, oltre alle due in grande forma come Party Goer a bersaglio elitario e Santa Rita sempre piazzata. Decisamente una prova di spessore.
Premio Roma – la storia
Diversa è la storia del gran premio Roma che festeggia la 109 edizioni essendo stato corso per la prima volta nel 1911. Ha iniziato la sua vicenda sui 2700 metri ma subito è stato portato a 2200 ma nel 1925 è diventato il summit finale per cavalli allora considerato iperclassici sulla distanza dei 2800 metri.
Cosi è stato fino al 1988 quando, per essere correttamente al passo con i tempi, la sua distanza è diventata di 2000 metri. In sostanza al momento ci fu lo scambio con il Roma Vecchia che era sui 2000 e che è da allora diventato corsa sui 2800, ancora adesso a chiudere la stagione in novembre.
Il premo laureato sui 2000 è stato Welsh Guide, gran vincitori sono stati Cherry Mix, Sikeston, Pressing, Voilà Ici, Rio de la Plata oppure Misil, per due volte Taipan e Elle Danzig ma anche Soldier Hollow fino all’ultimo laureato Wa Bank.
Premio Roma – La Corsa
Chi sarà il suo successore? Lo sceglierà il palo di arrivo come ovvio tra i sette nelle gabbie di partenza anche in questo caso con due protagonisti che vengono dall’estero anche se sono ben noti a noi perché Royal Julius ha vinto sulla pista di Roma il Presidente della Repubblica e arriva al Roma dopo aver tentato l’Arco di Trionfo. Anche Stex è abituale e vincente sulle nostre piste in corse di gruppo. Ha accettato la sfida il terzo del nostro derby Masterwin che ha appena riportato l’Italia a Milano cosi come il quarto Baptism, con anche il laureato dell’Ambrosiano Brasilian Man, il sempre piazzato anche nel Roma Presley, oltre al laureato del Repubblica Thunderman. Anche in questa corsa il meglio che il nostro turf può esprimere.
Premio Berardelli
Il premio che ricorda Guido Berardelli, scelto come seconda tris, ha una storia anche in questo caso con radici profonde. Ha questo nome dal 1986 ed in precedenza si chiamava premio Tevere, il controcanto al celebrato milanese Gran Criterium. Fino alla fine della guerra la sua distanza fu di 1400 metri, poi fu il miglio a scandire la sua storia fino al 1988 quando arrivo addirittura a 2000 metri per poi stabilizzarsi sui 1800, il metraggio attuale. Nel 1937 vinse Nearco e ciò rende aureo per sempre il suo albo d’oro che comunque vanta anche i nomi di Astolfina, Haseltine, Raimonda da Capua, Bolkonski , Bob Back, Groom Tesse, Gentlemen Only mentre Falbrav fu secondo.
Nomi assolutamente di altissimo prestigio in cerca di un successore anche di Aurelius in Love, ultimo laureato.
Accettano la sfida in 10, la selezione del nostro campo dei due anni contro l’ospite tedesco Isfahani che ha scelto proprio la pattern romana per effettuare addirittura il suo debutto assoluto: Bell’Imbusto, Brigante Sabino, Cantocorale, Carobbio, Cirano, Flag’s Up , Linosa, My Westwood e il supplementato Tiaspettofuori.
Premio Aloisi
Anche il premio Carlo e Franco Aloisi ha storia con radici in quella del nostro turf. Si chiamava Umbria ed era controcanto del Chiusura milanese. Si correva quindi sui 1400 metri ma, a differenza della pista dritta di san siro, a Rima in quella grande.
Un doppione che non aveva molto senso far continuare ed infatti negli anni 80 diventò splendida prova sui 1200, conclusione del ciclo per i flyer dopo Melton ora Tudini, Citta di Napoli da quando è sui 1000, Omenoni ed appunto Aloisi sui 1200. Come il Chiusura resta aperto anche ai due anni che periodicamente riescono a vincere come fecero Super Sky oppure Golden Oriental.
Di recente straordinario il triplo di Rosendhal cosi come il doppio di St Paul House ma nomi di spicco sono stati anche Aranvanna , Patapan, Overdose, Charline Royale e Plusquemavie. Troveremo il successore di Nikisophia tra i 9 protagonisti con The Conqueror in pole position ma tutti i rivali sono al meglio della loro forma.
Il miglio che celebra insieme il cavallo del secolo e Lollo Luciani grande presidente degli Allevatori talvolta è stato trampolino come nel caso di Ramonti verso Hong Kong ma tra gli ultimi trenta laureati non mancano davvero nomi di prestigio e di valore come quelli di Misl, Mydian Call, Taxi de Nuit, Giovane Imperatore, Altieri, Santiago, Pressing, Worthadd, Karspesky e da ultimo Out of Time, un albo d’oro ragguardevole.
Quest’anno toccherà a ad uno dei sette protagonisti in campo ovvero i tre ospiti conosciuti Rubayat, Shinning Ocean e Cloud Surfing contro il fresco vincitore del Di Capua, Out of Time e laureato dell’ultimo Ribot, con anche Frozen Juke che ha atteso appositamente questo confronto, insieme a Fulminix e Villabate consueto con il Ribot.
Premio Divino Amore
Infine il Divino Amore che sui 1000 metri chiude la stagione dei due anni ricchissima di prove tra i 1000 e 1200 metri . Al via saranno in nove .Otto in tutto le corse , cinque pattern, una listed, la prova conclusiva del circuito Fegentri e il Livermore più che mai legato al nome di casa Tesio attraverso varie generazioni. Due volte sarà utilizzata la pista dritta, due quella all weather e quattro la pista grande, il fiore all’occhiello della selezione romana, 850 metri di interminabile severa dirittura. Quanto a distanze si andrà dai 1000 ai 2000 metri. Sia pure a porte chiuse ma con le immagini trasmesse sul canale 220 di sky e comunque inserite nel sito di Capannelle in tempo quasi reale, a tutti gli appassionati Buon Divertimento!