Merano: che Gran Premio!!

Ci sono voluti quindici anni perché la favola si ripetesse. Per rivedere un cavallo tutto “nostro” trionfare nel Gran Premio Merano FORST. E’ la favola di Halling Joy di Ludovica Albertoni la sua grandissima ed appassionata proprietaria, di Paolo Favero un allenatore al quale mancava solo di vincere la corsa di casa sua per essere consacrato nell’olimpo e di un grande fantino che le corse ad ostacoli hanno trovato quest’anno, Raffaele Romano. Non si scopre nulla di nuovo nel dire che Romano è bravo e che ha una lunga esperienza di G.R. alle spalle, ma che potesse vincere il GP Merano al suo primo anno da professionista erano in pochi a crederlo. “Lo dite voi – esordisce trionfante dopo la corsa – Halling Joy aveva tutte le carte in regola per vincere. La distanza era nelle sue corde visto che a 4500 metri nel Premio Unire aveva corso senza fatica, il terreno era dalla nostra e la sua capacità di saltatore era acclarata. Poi naturalmente tutto è andato per il verso giusto e ringraziamo anche la dea bendata”. Acclamato dopo la corsa, bloccato letteralmente dalla folla festante che gli ha chiesto autografi a ripetizione, Raffaele Romano ha guadagnato a fatica lo spogliatoio mezz’ora dopo giusto in tempo per cambiarsi e montare Fanzago nella Corsa Siepi dei 4 anni e cogliere un brillante terzo posto. Cono Sharstar tra i tre anni, Romano aveva già preso confidenza con la vittoria prima del “Merano” per un pomeriggio da incorniciare e che non dimenticherà mai.
La corsa è stata assolutamente lineare e selettiva con l’andatura forsennata imposta da Kan Nejd poi ancora quarto al traguardo ed ha visto eliminarsi per una caduta in diagonale discendente, unico in tutta la corsa, proprio Sleeping Jack altamente considerato ed uno dei cavalli più appoggiati al tot assieme a Pessoa e Kolorado e L’As de Pembo. Al giro conclusivo dopo il muro della retta opposta Halling Joy ha mosso all’attacco del battistrada per “sbranarlo” all’arginello grande della curva finale ed presentarsi in retta al comando vanamente inseguito da Zarkali e L’As de Pembo il cui fantino ha scelto una traiettoria esterna molto dispendiosa che alla fine gli è valsa solo un terzo posto pur avanzando a velocità fortissima. Buon per Halling Joy in sella al quale Romano ha già potuto alzare le braccia al cielo a 50 metri dal palo. Al quinto posto il primo dei cèchi Vernar davanti ai connazionali Pessoa, Nikodem. Ottavo il tedesco Helmac e solo nono Kolorado in sella al quale Aspell non è stato impeccabile rischiando di finire per terra e compromettendo la corsa proprio nel momento dell’attacco di Halling Joy al battistrada Kan Nejd. Al rientro Kolorado ha anche palesato un infortunio che lo terrà per un po’ lontano dalle corse.
“Un gran peccato perché avevo il cavallo bene in mano e la corsa sotto controllo” – ha detto Christoph Pieux fantino di Sleeping Jack che non nasconde il proposito che il team del francese aveva, di vincere per la quinta volta il Gran Premio Merano. “Il ritmo della corsa è stato troppo sostenuto – ha dichiarato Bartos fantino di Pessoa – e non ho mai avuto la possibilità di far riposare un momento il cavallo che così nel finale ha risentito di un percorso di preparazione forse questa volta un po’ troppo cauto”.
Tornando al vincitore ecco le dichiarazioni a caldo di Paolo Favero dopo la corsa: “Realmente devo dire che ci speravo molto, ero convinto di avere il cavallo giusto e non ne avevo fatto mistero, ma la prudenza era d’obbligo vista la relativa esperienza di Halling Joy (solo due corse in steeple chase prima di questa n.d.r.). Vincere finalmente a casa mia l’unico alloro che mancava alla mia carriera è una grandissima soddisfazione, ancora più grande per aver sellato il vincitore con i colori di donna Ludovica Albertoni, la passione pura che dura da decenni e che finalmente ha trovato il premio della vita. Per Raffaele Romano – conclude l’allenatore – non posso che dire quello che dicevo tempo fa: è il miglior acquisto della mia scuderia, un grande fantino che ha saputo dosare nel modo giusto Halling Joy mettendo in pratica l’esperienza di centinaia di corse e quel feeling innato che solo pochi hanno con i cavalli, la corsa, l’andatura ed i salti”.
Halling Joy nasce nell’allevamento italiano della Blueberry e questo completa il quadro di oggi con tutte le coppe ed i trofei previsti dal “Merano” rimasti in Italia. C’è voluta molta pazienza ma dopo quindici anni, agli avversari non sono andate neanche le briciole. Una grande iniezione di fiducia che ci auguriamo infonda nuova linfa a tutto il settore ostacolistico nostrano ed un grande spettacolo che ha esaltato un pubblico straordinario di almeno 10 mila persone convenuto a Merano per questo grande appuntamento.