Merano: il Vanoni di Sharstar

Settima giornata di corseNel Vanoni passerella di SharstarNon sfugge alla legge del più forte la 53ª edizione del premio Vanoni. Sharstar ha confermato di non temere nessuno della sua generazione, è il più forte punto e basta. Una formalità l’esame degli ostacoli alti, zero sbavature e piglio da campione dal primo all’ultimo dei 3.800 metri. Raffaele Romano lo ha pilotato senza mai concedere un metro, e quando c’è stato da decidere la partita è bastato un niente per mandare i titoli di coda.Prende invece la strada per la Repubblica Ceca lo Steeple di Primavera, secondo gruppo 3 del pomeriggio, ma la cavalleria italiana esce a testa alta. Il mattatore è Josef Vana che piazza Gont al primo e Vernar al terzo posto, Rivaldo secondo e Asselin quarto sono la risposta dei nostri in una prova spettacolare e incerta fino all’ultimo, conclusa con una volata a nove.Come da copione lo sviluppo del Vanoni. Red Doctor a dettare i tempi dalle prime battute secondo ordini di scuderia, dietro Sarabanda Heat e Sharstar di vedetta. Nessun sussulto lungo il trasferimento, la compagnia ha dato spettacolo di professionalità. Al verticale si presentavano in quattro raccolti in un fazzoletto, Red Doctor davanti poi Sarabanda Heat, Sharstar e Miss Gabriella, dopo il salto Sharstar aggrediva il battistrada e lo volava via in un batter d’occhio, la siepe finale era passerella per il campione che raccoglieva gli applausi delle tribune firmando il quinto Vanoni consecutivo di Paolo Favero. Nel frattempo Sarabanda innestava la retromarcia, Red Doctor restava in quota e difendeva la seconda moneta su Miss Gabriella, quarto finiva ancora King Laugh.Un cavallo che sa leggere e scrivere, questo Sharstar, “oggi era anche un po’ meno pigro del solito – ha commentato Raffaele Romano nel dopo corsa – quando gli ho chiesto lo sforzo ha risposto come tutti avete visto”. Nello Steeple-Chase di Primavera Gont ha sorpreso tutti tranne Vana, che lo definisce il soggetto più qualitativo della sua rosa ma testardo, se incappa in inconvenienti diventa riottoso. Pieux cercava di far selezione imponendo al suo Ginko Biloba ritmo allegro dall’inizio, mentre Duero capeggiava il gruppo degli inseguitori a un paio di lunghezze. Corsa tambureggiante che si alzava ulteriormente di tono dopo l’ultima diagonale, quando alle spalle del leader tutti cercavano un posto al sole ma nessuno stendeva tappeti rossi, al verticale la traiettoria migliore era quella di Gont che passava all’interno sulla piegata, alle sue calcagna si faceva largo Rivaldo, dietro la bagarre non si spegneva. Dopo l’ultima siepe Rivaldo metteva il muso davanti ma era questione di un attimo perché Gont rispondeva prepotentemente soffiandogli il successo. Di stretta misura la volata per la terza moneta premiava Vernar su Asselin, quest’ultimo rimasto nelle retrovie per tutta la strada, vicini finivano nell’ordine Nikodem, Aspirant, Masini e Ginko Biloba.Statuario, tirato a lustro al tondino, Auronzo non ha deluso le aspettative e tanto meno tradito la fiducia della punta che nel Val d’Adige, siepi listed per tre anni, lo preferiva nonostante il debutto sugli ostacoli alla banda di Favero (Montizzo-Lizard King-Night Sentinel), all’ospite francese Chicchi Hoho e a Mamacita Tango. La corsa perdeva alla prima siepe Chicchi Hoho e veniva animata da Salar Jamaal che teneva l’iniziativa lungo tutto il tragitto, per poi essere messo sotto pressione da Mamacita Tango – un po’imprecisa in alcuni passaggi. All’ingresso in dirittura Auronzo, fin là acquattato ma dando sempre l’impressione di controllare gli avversari, sfilava all’interno e chiudeva la disputa. L’ottimo spunto finale regalava la piazza d’onore a Blu Sekir, discosto fino all’ultimo istante, terzo resisteva Salar Jamaal, quindi Montizzo e Mamacita Tango. Inchino doveroso davanti alla classe di Sixteen che fa suo il Cross-Country Internazionale. Selezione come sempre l’ha fatta la doppia gabbia che ha “catturato” Dalfors, Black Diamond, Sir Bahhare e Ascot. Il manipolo di superstiti ha poi blandamente macinato i tre quarti di percorso, fino a quando Don De Matha ha pensato bene di vivacizzare l’andatura ottenendo risposta dagli altri. Sixteen rompeva gli indugi sulla retta opposta alle tribune, guadagnava poco ma a sufficienza per non temere il rientro di Sergente Garcia che regolava Don De Matha allo sprint, quarto finiva Ituriel.
In apertura di giornata, nel Premio Fondo (siepi per 4 anni e oltre), convincente affermazione di Blanc de Blancs capace di allungare spumeggiante a un migliaio di metri da palo con un cambio di passo da grazie e arrivederci a tutti, mentre Spirit Squad fin lì all’avanguardia chiudeva buon secondo davanti a Veleno Blu.La coppia Waldbrand-Bozza colpisce ancora dominando il Premio Lago Smeraldo sui 2.400, a distanza Oro Negro e Lector. Altrettanto netto successo di Prince du Desert nel Premio Castel Tirolo (1.500 metri), mentre la stagione primaverile veniva salutata dallo sprint di Nimar che decideva il Premio Caines (1.900 metri) alle battute finali.A margine della giornata, in una sala peso gremita si è tenuta la presentazione di “Backstage a Maia”, libro fotografico che racconta di vita ippica cogliendone i retroscena. L'autore è Andrea Tedeschi, meranese, che per tutta la scorsa stagione ha seguito con costanza “gli addetti ai lavori” dalle uscite mattutine al rientro alle scuderie dopo le corse, fissando in una novantina di immagini momenti più o meno noti della quotidianità ippica rubati fra Borgo Andreina e l'ippodromo di Maia. Ne è uscito un collage che il bianco e nero rende ancora più romantico.Ora Maia dà l’arrivederci al 20 luglio, prima giornata della riunione estivo-autunnale che culminerà il 28 settembre con il Gran Premio Merano Forst.
Foto Arigossi - Merano