Capannelle: il mitico Cross Country

Forse il pomeriggio più vivo, più emozionante, più affascinante. Il turf, l'ippica si guarda alle spalle, torna alle sue origini. Succede ogni volta che si disputa un cross, l'essenza del turf e quando questo tipo di corsa ha una nobile tradizione, vanta 120 anni di storia non si può non essere rapiti dal suo incredibile momento agonistico, atletico, di pura emozione. Il premio Mario Argenton, nel ricordo di un ippico adamantino che sempre amò i cavalli e gli ostacoli, è da 120 anni uno dei momenti che qualificano la vita di un ippodromo come Capannelle che ha l'onore di far disputare questa corsa sulle sue piste. Che diventano per un pomeriggio immaginariamente senza quei confini che l'incedere del tempo ha reso necessari. Capannelle torna campagna esattamente come 120 anni fa esattamente come quattro secoli fa accadeva in Inghilterra quando le sfide stavano diventando corse e nasceva il turf nella sua accezione più nobile. Si correva da una parte all'altra dell'orizzonte, da un campanile ad una abbazia passando per la via possibilmente più breve, guadando ruscelli, saltando mura, staccionate, tronchi, volando su fossati e gettando sempre il proprio cuore al di là di tutti gli ostacoli naturali proposti dal tracciato anche per setto o otto miglia. Erano corse per “duri”, preferiamo dire per veri atleti, cavalli e cavalieri. Un rito, una festa che si ripropone davvero ogni volta che va in scena un cross e se poi questa corsa ha il connotato unico di essere allo stesso tempo cross, ovvero riproposta di un tracciato di un tempo, e steeple ebbene vuol dire che state per assistere al premio Mario Argenton, l'ex Grande Steeple di Roma, la corsa che non conosce imitazioni e che è da sempre e deve continuare ad essere momento, summit di sfida tra gentleman e professionisti. La gabbia, la staccionata, il fossato, la curva a gomito, le insidie di un percorso volutamente lasciato alla natura miscelate con gli ostacoli tradizionali di uno steeple ovvero il muro, l'oxer, la riviera. Il tutto per 4270 vibranti e appassionanti metri. Si, una corsa alla quale non si può rinunciare, la sfida vera, antica ma sempre attuale. Capannelle la vive e la celebra ogni anno con passione e partecipazione, questa volta impreziosendola anche con il ricordo (nel centenario della nascita), visibile, tangibile, percettibile di un cavaliere eccezionale quale seppe essere Ranieri Campello che questa corsa fece sue per due volte su tre tentativi. Il campo dei partenti è in stile inglese, essenziale ma di alto profilo, come accade in parecchie prove di selezione britanniche. I sei che animeranno la contesa sono la crema del momento. Con grande sportività Marco Valerio De Sanctis, cavaliere dilettante che questa corsa ha già avuto l'onore di vincere, tenta ancora una volta l'impresa questa volta affidandosi a Melozzo. Avrà di fronte il gotha dei fantini da ostacoli: Dirk Fuhrmann, Josef Bartos, Raffaele Romano. Uno spettacolo nello spettacolo così come i cavalli: Kandinskiy steepler superiore che si mette in gioco anche sul percorso di campagna, Iseia che l'Argenton ha già vinto, Lutin Des Bordes il dernier cri che ha volato anche in cross e poi Nobil un diesel, Silver Groom l'ospite. Grandi cavalli, grandi cravaches e duello rinnovato anche tra allenatori come Paolo Favero e Franco Contu con in più la bella novità in ostacoli del team Botti. Un pomeriggio che comunque non sarà soltanto Argenton ma che prevede per i saltatori altre due prove mentre cinque corse sono riservate ai galoppatori in piano sulla pista all weather: una maiden, due handicap, una vendere e soprattutto in apertura di programma la ciliegina della corsa tris, un miglio per 16 protagonisti che come sempre si annuncia incerto e spettacolare.