Merano: Maia in paradise

Dettori non ha vinto, ma ha vinto lo stesso. La presenza di Frankie ha calamitato a Maia una mole di pubblico da sogno per una giornata di routine di metà luglio, stimabile in circa quattro mila unità. Ma numeri a parte è stato un pomeriggio di grande sport e di mondanità, grazie all’impegno delle migliore fruste italiane e francesi ingaggiate da Bluline Races che per accaparrarsi la Jockey Cup non hanno risparmiato nemmeno una stilla di energia. Alla fine l’ha spuntata la Francia (67 punti contro 57) al rush finale, dopo che le prime due delle tre prove della competizione avevano imposto la perfetta parità tra le due squadre. Tra i fantini, successo ex-aequo (33 punti) per Luca Maniezzi, vincitore della gara finale, e Davy Bonilla, anche lui autore di un’esibizione vincente.Una riunione tecnicamente “normale”, dunque, magnificata dalla Jockey Cup. Autografi e foto ricordo sono cose da stadio di calcio, eppure così è stato all’ippodromo con Lanfranco Dettori, Mirco Demuro, Mario Esposito e Luca Maniezzi da una parte, Olivier Peslier, Christophe-Patrice Lemaire, Davy Bonilla e Anthony Crastus dall’altra, tutti disponibili a prestarsi al gioco. Una giornata bella da raccontare anche perché vissuta intensamente dal parterre dove sfavillavano i trofei vinti dal Milan due anni fa, la Champions League e la Coppa del Mondo per club guardate a vista dal picchetto d’onore e subissate dai flash degli appassionati. Tocco glamour il concorso Lady Fashion per onorare il quale numerose ragazze e signore hanno voluto presentarsi in abito elegante, regalando quel tocco di chiccheria che sempre dovrebbe ammaliare un mondo affascinate come quello delle corse. Merano incassa un pomeriggio sotto i riflettori e la “benedizione” di Lanfranco Dettori, trascinante con tanti sorrisi e calibrate parole, tra le quali valgono oro quelle con cui ha definito la pista meranese «ippodromo con un contesto fra i più suggestivi che abbia mai visto». Politically correct come da copione ma fino a un certo punto, perché al fascino di Maia nessuno mai è rimasto insensibile. Sul piano tecnico, ancora una volta partiamo dai fantini: già, perché è stata la grande giornata di Mirco Demuro, tre volte primo sul palo in cinque impegni (se le due debuttanti avessero concorso per l’assegnazione della Jockey Cup, il risultato sarebbe stato ben diverso). Tra le femmine all’esordio (Premio Cortaccia) ha sollevato Sadowa Destination per piegare, rientrando nelle ultima battute, Isabella de Medici. Tra i deb maschi (Premio Curon), ha invece avuto vita più facile in sella a Invisibile. Lo stato di grazia di Demuro si è subito dopo concretizzato nella prima delle tre gare di Jockey Cup, il Cima Muta handicap sul miglio, con il successo da un capo all’altro di Roving Celt sfuggito alla rincorsa di Grey Power e Cenere. Secondo handicap, quello sui 2.200 del Premio Vipiteno in cui Dettori ha ottenuto il miglior piazzamento di giornata con il terzo posto di un Avid of Glory risalito dalle retrovie ma privo della stamina necessaria per impensierire More Solito e Oriental Star, finiti nell’ordine separati da un muso dopo estenuante duello.Quindi il Premio Curon deputato a sparigliare le carte della Jockey Cup, ancora 2.200 ma riservati ai tre anni tra i quali è emerso un convincente Star’s Smile su Lord of Budysin e Basvik di San Jore.In apertura e chiusura di giornata, le due corse per gentlemen e amazzoni entrambe con un pizzico di meranesità al traguardo: Premio Talvera (1.600 metri) appannaggio Red’s Simple interpretato da Paolo Urru per i colori di Christian Ghiotti, mentre nel Premio Canazei (ancora sul miglio) si è affermata Lady Croft, giubba di Giovanni Nardo e training di Giorgio Benini, con in sella Jana Prikaska.