Merano: Gran Siepi International

Ippodromo Merano

Dalla Francia e dalla Germania per soffiare la scena a Paracchini e Royal Mougins
Favero ci prova con Kandinskiy e Herode Quercus

Eccola la Gran Siepi, aperitivo del Gran Premio dai lineamenti internazionali. Da un lustro il trofeo prende la strada per l’estero, ma il pur genuino tifo campanilistico s’inchina davanti al valore di un confronto di caratura europea. Reso tale, lo diciamo subito, dal ritorno dei francesi dopo un anno di latitanza, grazie a Guillaume Macaire che invia La Fille d’Or, e alla risposta tedesca di Christian von der Recke e del suo Our First Chesnut. Due fiammate che scaldano la solida struttura del nuovo standard dell’ostacolismo meranese, la contrapposizione fra “padroni di casa” e cavalleria d’Oriente, cechi in primis.

Sotto il profilo della moneta, dopo un’edizione di purgatorio figlia della “tempesta montepremi” dell’anno passato, il gruppo 1 è tornato tale anche per dotazione (82 mila euro), contesi dagli otto interpreti preannunciati. Paracchini ha un primato da difendere, lo scettro di numero uno della specialità conquistato senza grandi patemi nella passata edizione, ribadito col piglio del cavallo superiore nella Gran Siepi di Roma e riaffermato nella Gran Siepi d’Italia (ex Gran Siepi di Milano) sulla pista meranese. È stato in quest’ultima occasione che Bartos ha dovuto tirare fuori le unghie per traghettare il potente diesel di Vana per primo sul palo, replicando agli assalti dell’avversario annunciato, quel Royal Mougins cui Paracchini ha soffiato il trono.
L’ultimo confronto fra i due, l’Azienda di Soggiorno di tre settimane fa, ha confermato una gerarchia che però il figlio di Daylami ha lasciato intendere di poter sovvertire. Alla potenza di Paracchini oppone un cambio di marcia bruciante: tutto sta in come Kousek riuscirà a parare la lunga e devastante progressione dell’avversario, ovvero a quanta freschezza sarà rimasta al Royal all’ingresso in dirittura.
Ma schematizzare la partita a un faccia a faccia tra i due sarebbe un delitto. Perché, dicevamo, di comparse nel cast non ce ne sono. I 4.000 dell’otto di Maia sforneranno sentenze, tuttavia alla vigilia nessuno ha ambizioni di second’ordine. Se Macaire si mette in viaggio non lo fa per una vacanza, e la sua “ragazza d’oro” nell’annata vanta cinque esibizioni, tre primi (l’ultimo a Clairefontaine in steeple), un secondo e un capitombolo. Se von der Recke riporta a Merano Our First Chesnut non lo fa per un nostalgico pellegrinaggio sull’erba dove conquistò, due anni fa, il Gran Premio dei G.R. Anche perché il nostro Chesnut in patria (ma anche in Francia) maramaldeggia, negli ultimi dodici mesi non ha mai fallito il marcatore. E se Favero dirotta Kandinskiy sulle siepi lo fa non solo per evitare di incrociare la strada di Sharstar, ma anche perché nella condizione del baio della D’Altemps ci crede, eccome se ci crede. L’allenatore meranese gli affianca Herode Quercus, guadagnatosi sul campo (terzo dietro a Paracchini e Royal Mougins nell’Azienda di Soggiorno) la credibilità per partecipare alla Gran Siepi.
Infine, Charley e Gilmour, gli “altri cechi”. Il primo è la seconda carta di Vana, nella quale il trainer deve credere moltissimo tanto da averlo spedito, lo scorso novembre, addirittura a Cheltenham. Alle nostre latitudini ancora non si è espresso al top, l’ha invece già fatto Gilmour, l’anno scorso però, quando siglò una tripletta facendo gridare al fenomeno. Ultimamente, l’eco si è spento: Gilmour ha dimostrato di possedere sprint portentoso, ma purtroppo per lui difficile da far valere sui quattro chilometri mai affrontati e dopo un’andatura presumibilmente da giri alti.

Il resto del pomeriggio vive di altre tre corse per jumper e altrettante per gentlemen e amazzoni.
Lo Spegasso sul percorso da 3.800 per steepler di quattro anni e oltre è una miscellanea di gioventù (Silver Regent, il terzo di Vanoni e Unag) e saltatori esperti (Priscilliano e Fantastic Swing), con qualche mina vagante come Miss Gabriella e Tivedo. Per i tre anni c’è un ascendente, lo Slingia, in cui Pucon e Falconieri cercano il bis consecutivo con buone chance di centrarlo, lo stacanovista Flying Frankie il primo acuto “italiano”, Island Residence il primo in assoluto. In pista anche i quattro anni sempre sulle siepi, a inizio convegno per una vendere – Premio Nalles – da undici pretendenti in cerca di un giorno da leoni che tra di loro finora hanno vissuto in pochi.
Agguerriti i campi delle piane. Sul miglio del Premio Ippodromo di München-Riem la scuderia meranese Libare-Zabu si confronta con due ospiti di lingua tedesca dai trascorsi di spessore e altri habitué di Maia abbonati al traguardo. Rivincita a perizia ricalibrata tra Dragon Fly e Waldbrand nel Sai Assicurazioni sui 2.400. Gabbie affollate e tanti aspiranti vincitori, infine, sui 1.600 del San Genesio.