Merano: sfida Italia – Francia nel GP

Ippodromo Merano

Per il 70° Gran Premio torna di moda il classico, quel tema Italia-Francia che prima della “scalata” delle scuderie dell’est europeo alle nostre graduatorie ha scandito la storia della corsa dagli albori alla fine dello scorso millennio. Benché cechi e polacchi rispondano all’appello, lo fanno piuttosto sottovoce, per lo meno rispetto alle ultime annate. Questo il responso dell’ufficializzazione dei partenti: e così appare chiaro come il sole che il baricentro della minaccia per Sharstar – perché, non lo si dimentichi, il riferimento è lui – si sposti a occidente. Sono quattro i portabandiera francesi che calano su Maia, disporli in ordine di pericolosità è arduo, in comune hanno in dote buone dosi di credibilità ma zero precedenti dalle nostre parti. Per adattabilità al tracciato forse qualche vantaggio lo ha Le Bazin, anche perché il suo allenatore Guillaume Macaire ha un certo feeling con il Gran Premio: vari piazzamenti con L’As de Pembo (secondo un anno fa), fino a risalire al 2003 di Tempo d’Or, ultima Marsigliese suonata a Merano. Con quel Tempo d’Or, che galoppò i cinquemila di Maia in promenade, Le Bazin condivide ecletticità e confidenza con il traguardo. Oscar de Pictons è il vincitore del Grande Steeple di Clairefontaine, e giusto per capirsi è uno che sa vincere anche nella cattedrale di Auteuil. Dal trampolino di Waregem, altre volte ottima rampa di lancio verso Merano, si lanciano invece Ocean d’Or e Royal Verrie, gli ultimi due nomi iscritti nell’albo d’oro del Grande Steeple delle Fiandre. Ocean d’Or l’ha vinto quest’anno e in precedenza sfoggia un 2009 da “vagabondo” in patria con quattro centri in cinque uscite.La formula del “timore nessuno e rispetto per tutti” accompagna l’entourage di Sharstar nella rincorsa al bis. Da Paolo Favero a Raffaele Romano fino al proprietario Rodolfo Casieri, è tutta gente che non ama fare proclami ancorché consapevole di essere al centro di ogni ragionamento. Di Sharstar si è già detto e scritto tutto, porta in pista l’onore-onere dei favori del pronostico e un seguito di passione come da tempo non si registrava a queste latitudini. Chi a Borgo Andreina tiene dritte le orecchie, però, ha intercettato molti segnali su Kandinskiy, dato in forma come non mai come testimonia l’eccellente esibizione nella Gran Siepi. Favero gioca il tris con Herode de Quercus, anche di lui si parla gran bene ma lo steeple è un punto interrogativo, mentre per il talentuoso “dormelliano” Asselin lo è la distanza. Lo schieramento italiano si completa con i due della scuderia Montanari, a Fils a Papa è stato abbinato l’acquisto dell’ultima ora St Petersbourg il cui maggiore motivo d’attenzione è la monta, Davide Columbu, almeno Romano non è l’unico italiano in sella.Infine sguardo a est, le armate son spuntate ma mai fidarsi troppo. Dalla Cechia ripropongono Nikodem, dovrà inventarsi qualcosa per uscire dalle retrovie in cui è stato relegato nelle ultime due edizioni. Lungo la stessa rotta viaggia la coppia di Votava, Florestano & Imbir, alla caccia di qualche euro. Per esclusione, ma anche per meriti acquisiti, il top diviene dunque il polacco Duero, generoso grigio che può concedersi qualche sogno di gloria.