Merano: resoconto domenicale

Pirelli a tinte gialle, sulla dirittura finale e in sala commissari. Dove a tavolino si sconquassa l’ordine d’arrivo della prova per siepisti con vista sulla Gran Siepi d’Italia, in un frullato di opinioni e giudizi divergenti. Agli atti vanno la prima sconfitta - dopo nove centri consecutivi - di Frammassone declassato da primo a terzo, e la kafkiana affermazione di Royal Mougins, il cui diligente rientro quasi per incantesimo diventa proficuo successo. Tra i due il vero protagonista della rappresentazione, Gimmy, superbo ma acerbo, inciampatosi sul trampolino dell’ultima siepe quando aveva in serbo una stoccata che chissà, in molti l’impressione è stata quella, avrebbe potuto consacrarlo a primo “giustiziere” di Frammassone, la cui suite viene invece macchiata da una decisione terreno fertile per discussioni infinite. Senza entrare nel merito dei provvedimenti, è un epilogo che lascia l’amaro in bocca un po’ a tutti – spettatori compresi – tranne che alla corte del Royal.
Il momento incriminato si consuma sul salto conclusivo. Il ritmo battuto da Charccari prima e la progressione di Frammassone poi hanno snocciolato il gruppo ma all’ingresso in dirittura l’imbattuto baio dell’Amalita non è ancora riuscito a scrollarsi di dosso Gimmy, la cui ombra si profila alle spalle del leader. Frammassone salta e piega leggermente a sinistra, dove dovrebbe atterrare l’avversario che invece ha un’incertezza, calcola male la parabola e ricevendosi sbanda a destra rasentando il capitombolo. Romano si salva per miracolo ma deve ripartire da fermo e addio testa a testa, duello che in tribuna già si pregustava. Frammassone fa promenade, Royal sul passo chiude secondo, Gimmy terzo, non troppo lontano ecco Charccari e Sovreness i migliori fra i terrestri. Ma già urla la sirena dei commissari. La domanda: quanto la deviazione di Frammassone ha inciso sull’errore di Gimmy?
La dinamica dell’episodio è enigmatica, ancor più sentendo le voci degli interessati. Raffaele Romano ammette l’errore del suo, «è un peccato d’inesperienza, è stato impreciso anche su altri salti lungo il percorso, purtroppo lo sbaglio macroscopico l’ha compiuto al momento decisivo. Gimmy è ancora immaturo per il mestiere, all’inizio tirava da morire. Ce la saremmo giocata alla grande, prima dell’errore sentivo che era ancora pieno di energie». L’umore di Fuhrmann è invece nero come la pece, nemmeno la convincente performance di Frammassone lo rasserena: «Eravamo ancora in mano, pronti a lanciare lo sprint. La decisione è incomprensibile». Imbufalito Franco Contu, e non sorride nemmeno Paolo Favero consolato però dalla constatazione di avere un Gimmy formato special.
Morale della favola, in premiazione ci è andato Holcak. Royal Mougins porta a casa una buona dose di euro in più di quanto speso in pista, esibizione di rientro appagante e ora rotta sulla Gran Siepi d’Italia, con tante gole secche per la sete di rivincita.
Un Pirelli con cotanti protagonisti rubava la scena già in partenza, figuriamoci dopo un arrivo così. Eppure altri temi all’ordine del giorno erano stimolanti, soprattutto alla voce debuttanti. Sopran Promo era il più atteso nel Premio Cogne, per quattro anni e oltre alle prime armi sugli ostacoli. Strappa una sufficienza stiracchiata, chiudendo terzo alle spalle del compagno di training Alealy (Faltejsek in sella, Favero in cabina di regia) che si è imposto con una progressione lunga lanciata sulla retta di fronte al traguardo, e Honey Act autore di veemente finale in seguito a una prova accorta. Quarto il dormelliano Fraser dopo dispendiosa condotta all’avanguardia, quinto un coraggioso Alfa Word. Dominio dei cavalli di casa, respinta l’invasione straniera.
Fra i tre anni del Corona Ferrea affermazione per Tullio Ostillio (Raf Romano e due su due di Favero fra i “deb”). Ritrovatosi al comando a metà strada dopo la “fuga folle” di Laurent culminata con l’autoesclusione, Romano ha dosato le energie rintuzzando i tentativi minacciosi di Kamelie unica in grado di insidiarlo, respinta sul palo di un’incollatura. Terzo Farnon, forse troppo cauto lungo il percorso, quarto Sirius Black.
Sempre in siepi, c’era anche una bella condizionata, Premio Glorenza, in cui il favorito Gerhard si è salvato di un nulla da Croaldigno, lanciato alla caccia dei primi in ritardo e capace, nonostante finale “arruffato”, di arrivare a un passo dal colpaccio.
A mani basse, nello steeple in apertura, Omanie (Fuhrmann due successi, sarebbe stato tris con Frammassone) su Blu Sekir e Helmut.
Nel piano per G.R. e amazzoni due prove entrambe sul miglio: Film Maker (C.Wendel) è scivolato via a Grey Power nel Pordoi, mentre Astor (I.Saggiomo) ha tenuto botta a New Spirit e Rioferro.
Prossima giornata di corse lunedì 24 maggio. Va in scena la prima corsa di gruppo della stagione, il premio Staffe d’Oro (gruppo 3) steeple per cavalli di quattro anni, in un contorno con corsa tris e altre prove in piano per fantini.