Capannelle: il fascino del cross

Il Cross è un qualche cosa di unico, certamente raro. Non se ne corrono tanti durante l'anno in Italia. Quando accade è la classica occasione da non perdere perchè il cross significa nostre radici, veniamo, il turf, tutto da li dalle corse che si svolgevano sui percorsi di campagna, secoli or sono, quando in Inghilterra iniziavano le prime sfide appunto da un punto all'altro dell'orizzonte, da un campanile fino ad un castello lontano anche 15 miglia e in mezzo una marea di ostacoli naturali da sorvolare, tronchi di alberi riversi, mura, staccionate, cancellate, fossati, ruscelli, montagnole insomma la via più breve verso l'arrivo era costellata di impervi ostacoli. Che adesso nel cross dell'era moderna sono riprodotti all'interno dell'ippodromo e ogni volta che ciò accade è una festa. Quello cui daranno vita i sette protagonisti eroici è di notevole spessore, proprio perchè sono pochi la concentrazione diventa qualitativa. Da qui si va dritti al prossimo Grande Steeple ora Argenton che dalla scorsa edizione è diventato opportunamente molto cross e meno steeple e che è stato inserito nel pomeriggio della Grande Siepi, una chicca. Onore allora ai sette magnifici: Amica, Asselin, Juventus, Penalty’s, Rekord, Sir Bahhare e St Petersbourg, la crema quelli appunto che affilano le armi in vista dell'Argenton compreso il campione in carica appunto St Petersbourg. Alla fine della giornata ecco la tris delle 19 con 16 al via, tutti tre anni sul miglio: si parte da Lomnago e si scende attraverso i vari Fumoso, Massimo Meridio, Giacom Forest, Saviello, Principe D'Oriente, Gigi Balla fino agli scarichi Blue Marte, Trait D'Union e Untilltheend. Cosa altro ci riserva il bel pomeriggio? Tre corse in ostacoli, due ascendenti in steeple e siepi per anziani, cinque corse in piano ovvero due handicap, due vendere e una maiden per i tre anni che scenderanno in pista tre volte su distanze da 1200 a 1600 metri.