Merano: parte la stagione primaverile

Ippodromo Merano

Meglio gli italiani o gli stranieri, nello steeple per 4 anni in cui si cerca il campione di domani? Fafintadenient o Broker? Villa Ponti o Pareto? Si torna a parlare di cavalli a Maia, dove domenica si alza il sipario sulla nuova stagione. Nell’aria si respirano primavera e voglia di corse e i temi di giornata le potranno soddisfare ampiamente: dal Premio Val Casies test in ottica Staffe d’Oro, terreno di confronto per i saltatori di belle speranze alla prima stagione sui massimi volumi, alla siepi intitolata a Nello Coccia in cui c’è chi sogna il pass per i grandi eventi sugli ostacoli bassi, da un cross con nomi importanti alle sempre vivaci prove in piano per G.R. e amazzoni, buone a far spremere le meningi agli scommettitori.
Dopo settimane intense per le dinamiche societarie e i progetti per la riqualificazione dell’ippodromo, la parola torna ai veri protagonisti, i cavalli e i loro interpreti. E se Maia guarda al domani, altrettanto fanno gli attori del Premio Val Casies (22 mila euro sul percorso del 3.550), clou del pomeriggio che mette alla prova gli steepler di 4 anni, quelli che ambiscono a giocarsi i titoli che contano. Si rinnova il confronto tra forma nostrana e portabandiera dell’Est, le mire sono alte e i trainer in campo sono i big: Favero e Contu da una parte, Vana e Holcak, Wroblewski e Olehla dall’altra. Numericamente la bilancia pende verso oriente, qualitativamente è difficile schierarsi.
Le linee si incrociano poco o niente. Affascina Fafintadenient, il “Favero” scelto da Romano, che solo nel nome invoca disinteresse. Potrebbe essere il riferimento, visto che nelle uscite da saltatore non è mai uscito dalle prime due piazze – salvo un capitombolo. Sa bene cos’è lo steeple, rimane su due successi a Pisa. Imbattibile? Macché. Di certo ha già piegato due volte il compagno di training Villa Ponti, che a sua volta un successo come souvenir dall’ippodromo sotto la torre pendente se l’è portato a casa: tutt’altro che un comprimario. Per dire di Serafina Pekkala, Contu invece parla di sfortuna: è caduta in tre corse di fila, poi è una cavalla difficile… ma se il sardo la getta nella mischia una ragione ci deve essere.
Nei van a targa straniera volti noti e meno noti. Ben conosciuti quelli degli allenatori, ormai di casa a Merano, per i loro pupilli invece i punti di domanda non mancano. Broker (Wroblewski) si sa che va forte, e lo si è visto nelle due vittorie italiane (Maia e Grosseto) ad autunno. Ma da lì non ha più corso e debutta sullo steeple. Comunque non sarebbe la prima volta che il trainer polacco piazza un colpaccio su queste premesse. Anche Pareto (Olehla), uno che in patria le ha suonate a molti, assaggia per la prima volta gli ostacoli alti. Alpha Two (Vana) lo steeple l’ha provato a Treviso, ancora non ha strabiliato ma è avversario da maneggiare con cura. E infine Narrow, l’unico a non aver mai varcato il Brennero, vero oggetto misterioso della corsa.
Il sottoclou del pomeriggio è intitolato a Nello Coccia, il fantino leggenda dell’ostacolismo e di Maia, scomparso un anno fa. Un modo per ricordare l’uomo ma anche per tenere allacciato il filo con il passato glorioso delle corse a ostacoli e del suo teatro più celebre e celebrato, le fondamenta di quanto potrà essere costruito domani. È una siepi condizionata che occhieggia al Pirelli e, per chi vede lungo, alla Gran Siepi d’Italia. Precedenti alla mano, le credenziali più valide sembrano quelle del talentuoso Invincible Joy e dell’alterno Exit Equity, entrambi a firma Contu. Anche qui gli stranieri non si tirano indietro, le prestazioni di Amagnolio e Color Man non sono da sottovalutare. Mentre Favero lancia Dar Said ed Ercules, entrambi hanno lasciato intravedere potenziale di spessore.
Intorno ai due eventi principali, il cross che non solo affascina per il percorso che rievoca le origini di questo sport bensì anche perché tecnicamente la corsa è niente male, si affrontano Blanc des Blancs e Manacerace, Regain Madrik e Silver Groom, Ilion e Speedy Woodpecker. Infine uno steeple che, considerata la qualità complessiva, sarebbe ingrato definire “per routiner” e tre prove in piano riservate a gentlemen e amazzoni: il menù è servito e fa gola. E siamo solo all’antipasto.