Merano: un nome su tutti Sharstar

C’è una corsa di preparazione che assomiglia tanto a un Gran Premio e che da sola basta e avanza per accendere gli entusiasmi. Ma – e non siamo matti – la precedenza tocca a una prova in piano, nella quale fra onesti routiner luccica il nome di Sharstar, il cavallo icona dell’ultima generazione dell’ostacolismo italiano, vincitore di due Gran Premi Merano Forst oltre che di tutto quanto di prestigioso lo steeple di Maia metta sul piatto. Sharstar simbolo di una passione per l’ippica per rilanciare la quale si sta impegnando la nuova società di gestione dell’ippodromo, che parallelamente sta compiendo sforzi importanti sulla via della riqualificazione dell’impianto. L’inagibilità della tribuna grande, coperta dall’impalcatura a sua volta emblema di questa volontà di rigenerazione, è stata assorbita dall’apertura di ampie porzioni a tutto il pubblico della tribuna autorità. Nella stessa tribuna piccola, i piani superiori sono stati oggetto di abbellimento nell’arredo e miglioramenti nell’accoglienza. Un percorso che proseguirà durante la stagione, intanto domenica una nuova giornata di spettacolo, con sette corse e quasi settanta cavalli partenti, in rappresentanza di quattro nazionalità – oltre ai “nostri”, in arrivo scuderie ceche, slovacche e austriache, che si disputeranno un montepremi complessivo del convegno di 70 mila euro.
Sharstar è rimasto in forzato esilio per un anno e mezzo, da quel Gran Premio Merano Forst 2009 che ne ha decretato la gloria affrontato però con qualche malanno, amplificato dopo lo sforzo per il trionfo-bis dell’edizione precedente. Al suo pupillo Paolo Favero ha concesso tutto il tempo del mondo, senza mai perdere la speranza del ritorno. E ora eccoci qua, Sharstar partente nel Premio Comune di Merano, quasi un segno lui che della Merano versione ippica è l’icona, ultimo idolo di Maia, colui il quale ha saputo ridestare la passione anche al di fuori dei consueti circoli di fedelissimi dell’ippodromo.
Sharstar iscritto è notizia da breaking news a prescindere, ma la sua presenza al tondino – confessa Favero - dipenderà dallo stato del terreno. Nella conca meranese ultimamente l’acqua è caduta con il contagocce e Sharstar merita tutto il rispetto possibile e anche di più. Se dovesse essere “sì”, saranno le mani delicate di Ricky Belluco a guidarlo nel collaudo.
Se dovesse essere “sì”, mezz’ora dopo di lui scenderà in pista la prima linea degli steepler, quelli da GP (quelli che, quando hanno incrociato Sharstar, ne hanno saggiata la superiorità). Il Premio Val di Non è il primo test in vista del Grande Steeple d’Europa, sui 3.800 senza fence e oxer grande. Ci sono tutti quelli che contano, a parte Demon Magic vincitore di Richard e Argenton 2010 e Budapest, secondo del Merano l’anno scorso - aiutato dalla serie di sfortunati eventi che sfoltì della metà la ciurma - e fresco vincitore dello Steeple di Treviso. Ma (Olehla e Vana ce lo perdoneranno) sono assenze dal peso specifico trascurabile nell’economia di una corsa per presentare la quale è difficile decidere da dove iniziare ma bisognerà pur farlo, e allora partiamo da Royal Mougins, il plurimedagliato sulle siepi di Merano (e non solo), per il quale a nove anni è stato deciso il grande salto sugli ostacoli maggiori di cui da tempo si vociferava, specialità dove per altro già primeggia in patria, ma mai affrontata fuori dalla Cechia. I colori di Jiri Charvat figureranno anche sulla sella di Bejrut, ma mentre Royal rimane affidato alle cure di Holcak per Bejrut il training è di Olehla. Un alleato, a ogni modo, oggi magari gregario ma un tempo un signor cavallo (ricordate, terzo nel Merano 2006 di Kolorado). Gli altri in arrivo da est sono Gont, l’eterno incompiuto che fa ammattire Vana, il buon Fiftynine e Babie Lato, l’ “altro” di Olehla.
Le risposte della forma di casa è quanto di meglio si può pretendere allo stato dell’arte attuale, un mix di certezze e speranze. Il più navigato, solido, affidabile è Kandinskiy, per elencarne qualità e successi dovremmo stare qui un giorno, Favero e Romano con lui vanno a occhi chiusi, si è già visto in discreto spolvero tre settimane fa a Treviso . Il trainer meranese gli affianca Alba Reale, unica femmina del gruppo, colei che ha rapito il cuore di tanti l’anno scorso a Maia e ha dimostrato di che pasta è fatta affermandosi a Roma nello Steeple delle Capannelle. Altro talento da soppesare è quello di Croaldigno in cui Contu crede ma crede ancora di più in Sharpmon, i cui ultimi lavori hanno destato sensazione – ambedue rientrano dall’inverno di Roma. E infine un’altra gloria, Asselin, che dopo un anno di prestito al cross torna sullo steeple in cui ha regalato alla Dormello tante gioie.
Di motivi per un pomeriggio di spettacolo ed emozioni ce ne sono a sufficienza. Ma per non farsi mancare niente, Maia offre anche due corse in siepi con pretendenti à go-go - quattordici nel Cermes (si rivede Czat) e dieci di 4 anni nel Saltusio -, un cross e altre due prove per cavalieri e amazzoni in piano.