Merano: a Kandinskiy il Durini

Sventola a tinte forti il tricolore sul Premio Durini: vince Kandinskiy, alle sue spalle Croaldigno e Asselin, le scuderie d’Italia respingono l’offensiva partita dall’est con Demon Magic, quarto (ma attenzione, rush finale da evidenziatore), e Royal Mougins tradito dalla fence. La tripletta della premiata ditta Favero-Romano nelle tre prove principali del convegno (a segno bei colpi anche con Josephjuliusjodie e Giant Hawk) ha illuminato un godibilissimo pomeriggio baciato dal sole.
L’ombra lunga di Kandinskiy filtrata dal Durini – primo impegno stagionale sullo steeple da 3.900 metri con gli ostacoli maggiori - si posa dunque sul Grande Steeple d’Europa, il grande evento della riunione primaverile meranese. Ma è tutt’altro che un’ipoteca, perché da una parte potrebbero calare i pezzi grossi dalla Francia e dall’altra i battuti hanno tutta l’aria di quelli che possono ambire alla rivincita. Rivincita che purtroppo non ci sarà mai per Royal Mougins, il fuoriclasse che in siepi ha vinto tutto e altro ancora respinto senza possibilità d’appello dallo steeple, tradito da una generosità che lo ha portato ad affrontare la fence con un anticipo che in fase di atterraggio si sarebbe trasformato in trappola fatale.
Potrà invece provarci Croaldigno, il grigione che Monjon ha piazzato in fondo il gruppo e lasciato fare fino a ritrovarsi in dirittura a battagliare per il successo, sfuggito alla fine per meno di due lunghezze. Positivo ancora una volta Asselin, terzo poco discosto. Ma il margine di crescita più consistente pare quello di Demon Magic, “addormentato” da Myska lungo il tragitto e svegliato solo ai duecento finali risolti con cambio di marcia vero. Ancora da registrare pure Imprezer, piuttosto impreciso, per un Fiftynine meglio di quel che si poteva pensare, quinto sì ma a tiro. In sospeso il giudizio su Alba Reale, prudentemente ritirata per noie emerse durante il raggiungimento dei nastri.
Permetteteci però di spendere ancora due parole per Kandinskiy, sebbene Favero non sia convinto fino in fondo della performance del campione della D’Altemps lui ancora una volta è là davanti a tutti, senza sbavature, combattivo dall’inizio alla fine, in testa dal primo all’ultimo metro, occhio esperto e stoffa da duro. E un conto in banca che supera i 300 mila euro. «Il solito gladiatore», lo gratifica al rientro un Raffaele Romano in grande spolvero, mentre dall’altra parte della sala peso Franco Contu si liscia i baffi ripassando il percorso del suo Croaldigno, «cavallo che ha subito due operazioni alla gola, e guarda come va. In corsa bisogna lasciarlo tranquillo». E le mani morbide di Monjon, ottimo al rientro a Maia, sanno come fare.
Favero-Romano assi pigliatutto, si diceva. Già, perché anche i due sottoclou sulle siepi sono stati affar loro. Fra i tre anni impegnati nel Reckless Williams, Giant Hawk di giubba Aleali è venuto a piegare solo nel finale un mai domo Romis (ancora Favero), eccellente al debutto salvo un paio di errori mentre a Sorbon questa volta non è riuscita la rimonta e si è dovuta accontentare della terza moneta.
Esiti ribaltati (e impressioni pure) rispetto alla partita precedente nell’Or Jack (per 4 anni e oltre al primo anno da saltatori), in cui Josephjuliusjodie ha giocato al “venite a prendermi”, scappando in avanti e dosando al punto giusto le energie impedendo a Ziatino di rientrare. Terzo è Sokol, al debutto a Maia, per il futuro un nuovo cliente “scomodo” firmato Wroblewski.
L’unico acuto straniero del pomeriggio è giunto nello steeple, Premio Val d’Ultimo, nel quale lo sprint di Ursan dopo l’ultimo salto ha messo d’accordo i vari Pucon, Clodine e Luxury Baby, mentre in apertura di giornata il cross ha sorpreso tutti lanciando Le Rose Figeac, per la gioia del trainer Simone Pugnotti, su Take King.
Amazzoni locali alla ribalta, invece, nelle due prove in piano riservate alle fruste dilettanti: una appannaggio di Evelyn Poehl, originaria della Val Passiria e adottata da Merano che ci ha da tempo abituato a energiche interpretazioni spesso e volentieri impreziosite da successi, vittoriosa con Auenjager; l’altra con una bella novità, Margherita Della Pietra, meranese doc che al terzo anno di attività grida il suo primo urrà: soddisfazione moltiplicata, perché in sella al suo Giocasta. Brava!