Merano: ecco il Gran Premio

Ippodromo Merano

Domenica Merano è davvero la capitale ippica d’Europa. Nel catino verde di Maia convergono da ovest e da est del continente: cavalli e jockey, allenatori e proprietari, naturalmente spettatori. Nessun’altra giornata del panorama ippico italiano vanta un crogiuolo di lingue e culture paragonabile a quello che si manifesta per il Gran Premio Merano Forst e nel suo pomeriggio, che vive di altre sette prove (la prima alle 14.20) ricche di fascino per storia, protagonisti e montepremi. A partire dal Premio Tagliabue in cui si misurano le forze della leva ostacolistica italiana 2008, i tre anni di belle speranze, fino ai 3.000 metri in piano del Goldegg ovvero il “Gran Premio” di GR e amazzoni.
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Tutto ruota attorno al Gran Premio Merano Forst, questo è naturale. Ma guardate cosa c’è attorno! Una giornata esaltante, nella quale Maia si spalanca sin dal mattino (cancelli aperti alle ore 11) per la sua festa. In aereo, in treno o in auto in tanti sono in viaggio, fra loro anche una ventina di turfmen provenienti dall’Inghilterra con il ticket di “Course & Distance”, agenzia britannica specializzata in tour a tema ippico. Un gruppo che giunse a Merano già l’anno scorso, e che ammaliato dal luogo ha deciso di tornare.
Spalla nobile del Gran Premio è il Tagliabue. È corsa del presente e del futuro: oggi ci si gioca un gruppo 3 da 55.000 euro di dote, guardando al domani e auspicando che fra questi 3 anni vi sia qualcuno che possa ambire, un giorno, al “Merano”. La progressione di risultati corroborata dalla stima di Favero parla a favore di Romis, fiorito in tutto il suo splendore nel Trofeo Fiorio. Il trainer meranese gliene affianca quattro: Giant Hawk che ha tre successi in quattro corse, le due femmine Hallingcadeaux e Cornelia Parker con doti in grado di mettere i piedi in testa a parecchi maschi, e Principe d’Oriente. Il Favero-team è solido ma non ipoteca il pronostico. Dall’altra parte del fronte Contu ne tira a lucido due, il primo è Feelgood dal finale velenoso, l’altro è Parnassus tenuto in grande considerazione dal suo staff e ancora parzialmente inespresso. Ultimo ma non ultimo Fioroni, in rappresentanza della Dormello, una mole impressionante da sfruttare con tattica all’avanguardia, provando a prendere per il collo gli inseguitori.
Altre tre le prove riservate ai saltatori. La più bella è il Premio Carlo Biffi per esperti siepisti che offre una rosa di dieci pretendenti di prima fascia. Ci sono frequentatori di Gran Siepi o giù di lì, dal poker di Contu, Neroloto e Ganeden più i due dell’Amalita, Fabuio e Marpione, a Our First Chesnut, il tedesco di von der Recke vincitore di questa prova un anno fa, da Luxury Baby sempre fra i migliori a Bagmati pescato dallo svizzero Schaerer in Francia da dove arriva anche Pacifick (Favero), fino ai portacolori dell’est, la vecchia conoscenza Charccari e Proud Boris.
E a proposito di est Europa, ecco il Premio Pardubice che rinnova l’amicizia fra Maia e il tempio ostacolistico della repubblica Ceca dove il 9 ottobre si correrà la Velka Pardubicka, il Gran Premio ceko. Nel Pardubice saranno in pista sette siepisti di 4 anni al primo anno di mestiere, altrettanti i pretendenti nel Premio Panathlon Club sullo steeple.
Riguardo al piano, come sempre affascinante e apertissimo il Premio Goldegg. Dieci alle gabbie, dal peso massimo Erodoto agli attesi Shanner, Batten Boom e Love is in the Air, lungo i tre chilometri in cui chi sbaglia ritmo è perduto. Ma intrigante pure il Palace-Ceska riservato alle amazzoni, seconda e decisiva tappa del trofeo che vede in testa Elisabetta Marcialis pronta a difendere con Grey Power la leadership conquistata a primavera. Colwyn, Hefaistos, Prem Ramya, Andex, Maistro: la minaccia giunge da Austria, Germania e Cechia oltre che da casa –Let’s Rock e Zabu. E a fine giornata il Premio Lucchesi: il classico rompicapo per chi ha ancora energie da spendere in esercizio mentale ed estrarre dal cilindro il vincente in un campo eterogeneo.