Federippodromi: da gennaio ippodromi chiusi

Federippodromi

Mancano ormai pochi giorni alla fine dell'anno e occorre disegnare e programmare l'attività per il prossimo anno. Purtroppo non sarà possibile farlo perché le risorse comunicate dall'ASSI nei recenti incontri non sono assolutamente sufficienti né per il montepremi né per le Societa di Corse.
Così stando le cose, il 1° gennaio, gli ippodromi del nostro Paese chiuderanno i cancelli ad ogni tipo di attività mettendo in atto tutte quelle operazioni che avviano la chiusura definitiva delle aziende che non hanno più un presente né tantomeno un futuro. Nel nostro settore specifico, come nel resto del Paese, è indispensabile una forte azione di governo che deve essere svolta dall'AAMS e dal Ministero soprastante.
Infatti è necessaria una profonda revisione del sistema scommesse ippiche, lasciato invece agonizzare da molti anni nella inadeguatezza sia fiscale che regolamentare (questa azione può soltanto essere messa in atto da AAMS).
Il destino di migliaia di occupati, di aziende strutturate ed attive da lustri, dipende solo ed esclusivamente da un serio, rapido ed incisivo rilancio delle forme di finanziamento del settore.
Corse di cavalli e scommesse sono nel mondo da sempre legate da un filo indissolubile e chi proponesse percorsi altemativi venderebbe solo fumo e chiacchiere. Il cliente del nostro sport, del nostro spettacolo sa cosa trova e cosa vuole trovare quando viene alle corse, e tutti ne sono perfettamente consapevoli.
Oggi il settore pretende una azione di governo che ci é dovuta anche alla luce di tutti gli inadempimenti compiuti, lo pretendono a buon diritto tutti quelli che in una vita di lavoro hanno profuso impegno, sacrificio, professionalità.
Questa azione di governo si deve concretizzare con uno stanziamento per un periodo adeguato (almeno 2 anni) che permetta di avere il tempo di ristrutturare le scommesse ippiche e si possa intraprendere per tutto il settore (tramite I'ASSI) una via di rigore, etica e valoizzazione della professionalità, senza più alcun rinvio.
Non c'è più spazio per pannicelli caldi e palliativi perché il nostro pubblico affezionato od occasionale vuole un prodotto sano e un divertimento (la scommessa) organizzato in modo efficace e fruibile.
Non vogliamo fare la fine del Totocalcio affondato giorno per giorno a pro di altri giochi e di altre grandi organizzazioni di vendita dei giochi pubblici; vogliamo perciò avere il sostegno del nostro Ministero di riferimento e sapremo farci valere in tutte le sedi possibili e immaginabili, in caso contrario il nostro destino sarà irrimediabilmente segnato.

Roma, 9 dicembre 2011 Il Presidente