Capannelle: il Derby, la festa del turf

Come una magia!Eppure riesce a ripetersi ogni anno. Da quando quasi 250 anni fa Mr Stanley noto anche come dodicesimo conte di Derby riuscì, dopo il lancio favorevole della monetina che costrinse all’oblio eterno lord Bumbury, a dare il suo nome alla corsa che insieme ad alcuni altri amici appassionati di corse e di cavalli aveva appena creato e ideato. L’uovo di Colombo in fondo …. Una corsa sui 2400 metri per i soli cavalli di tre anni, i migliori tuttavia, il punto più alto della selezione giovanile. Forse neppure lord Derby in quel momento avrebbe immaginato che il nome del suo casato sarebbe diventato oltre due secoli dopo sinonimo di tutto ciò che, in ogni aspetto della vita sociale ed in ogni parte del pianeta, vale la sfida suprema …. Un derby appunto. Oggi derby è un termine universale, dai poli all’equatore, indica sfida esaltante, anzi la sfida. E’ la più bella vittoria non soltanto per quei temerari appassionati riuniti intorno a mister Stanley e lord Bumbury ma in fondo per tutto il movimento ippico. Una corsa di cavalli emblematica di ogni sfida umana. La vittoria di una cultura, la nostra, quella del mondo delle corse e di tutto ciò che di alto ruota intorno. Il derby è per antonomasia la selezione per eccellenza: in ogni parte del mondo, anche nel più sperduto paese, si disputa un derby per cavalli di tre anni, il segno della distinzione, l’impegno di una cultura. Perché derby è una corsa di cavalli prima di tutto ……. La madre di tutte le corse anche se poi nel corso del tempo, secoli ormai, probabilmente a livello di selezione lo zenit si è spostato verso altre prove, soprattutto intergenerazionali. Non fa nulla perché quanto a fascino come diceva una antica pubblicità di un succo di frutta ……. Quella parolina è unica, inarrivabile e non c’è nulla che possa valere una vittoria in un derby. Ecco perché in questa domenica l’ippica, il turf, celebra se stesso ma nello stesso tempo una cultura che ha radici profonde e non soltanto nel settore ma proprio nella società civile che ogni anno accorre e rinnova collettivamente un rito, una magia che dura quasi due minuti e mezzo da vivere quasi in apnea, emozione purissima, esaltazione collettiva di una passione che in quei momenti coinvolge tutti e tutti alla fine scopriremo il Migliore, si il tre anni più forte d’Italia perché lo è per forza e per definizione chi vince il derby, indipendentemente da tutto ciò che accadrà successivamente. E’ questa la forza, il fascino, la magia di una corsa che nel mondo ha quasi due secoli e mezzo, 129 anni in Italia, ma che è sempre fresca, profumata e tentatrice come una rosa appena colta. Viviamo dunque con lo spirito giusto un pomeriggio che è e deve essere di festa, in tutto e per tutto. Dal sontuoso garden party al gioioso picnic sui prati che lambiscono la dirittura, dai bambini che festosi si beano nel parco giochi ma rimangono estasiati al passaggio dei cavalli, alle signore che per un pomeriggio si concedono alla vanità e alla ammirazione nelle loro acconciature talvolta anche particolari, dalle corse che una dietro l’altra si susseguono nel numero di nove, un record proprio a testimoniare che il derby day è eccezione. Per un giorno ogni vero ippico dimenticherà i tanti problemi che angosciano il settore che ama, per un attimo di qualche ora gli sembrare di fermare il tempo, di tornare indietro perché rivivrà meravigliosi gli istanti che negli anni hanno scandito la sua passione. Allora eccoci pronti a tifare per l’invitto Real Solution che con Lanfranco Dettori, una eccellenza della cultura italiana nel mondo, costituisce per la prima volta un binomio che tutti sperano possa esistere per parecchio e con successo nel mondo. Eccoci ad ammirare i suoi avversari, dagli ospiti che sono sempre una lusinga e una misura importante, da Feuerblitz il tedesco in ascesa fresco secondo di un potenziale campione come Black Arrow, a Herrbuga che è allenato a Parigi da Alessandro Botti ma come Malossol è italiano per cultura e proprietà. Eccoci a tifare per gli altri italiani in campo: Sopran Montieri fascinoso, inesplorato pronto a dilatare i confini della sua classe, Smoking Joe regolare e in ascesa, Il Romito che arriva fresco al punto giusto alla massima contesa, Warder che è esploso a Milano nella più tradizionale tappa di avvicinamento, tutti gli altri che sono in campo per onorare una corsa che è unica e soprattutto irripetibile. Il Derby si corre una sola volta nella vita …… Che giornata! Nove corse, tre pattern perché oltre al nastro azzurro avremo i classici anziani impegnati nel ricordo di Carlo D’Alessio un gigante del turf internazionale, il proprietario capace di siglare due Ghinee consecutive dopo 150 anni, (bella ed emozionante con i sui tanti protagonisti e soprattutto incerta con Branderburgo, Cima de Pluie, Frankesntein, Inorato, Lake Drop, Lord Chaparral, Pattaya, Silver Arrow, Viso Pallido, ci sono sicuramente buona qualità e titoli) avremo i velocisti nel confronto più tipico, quello intergenerazionale e nel nome di una famiglia, i Tudini, che è nel dna del turf italiano da sempre e per sempre. (davvero una corsa interessante con la nutrita sfida portata agli anziani dai giovano come Choisir Shadow, Moustache, Pandar, United Color, attesi da Jiroft, Traditional Chic e Malikayah reduce dal tentativo nel St George a Parigi). Non basta ecco il premio ITS - Righetti listed di spessore per i tre anni sul miglio, una sorta di italiano De Moussac, ecco un HP per i vecchi sui 2400 nel ricordo di un capostipite come Edmondo Botti, ecco un altro handicap che il Cassar, proprietario maltese di successo in Italia negli anni 70, ecco i due anni sui 1200 del Dionisia, ecco la bella, recente creazione della corsa riservata alle sole Amazzoni internazionali proprio come accade nel pomeriggio delle King George ad Ascot e infine ecco soprattutto di nuovo le Amazzoni ma contro i Gentlemen in una delle corse che sono nella tradizione del derby day, il derby per gli amatori che si corre nel nome e nel ricordo di Domenico, grande cavaliere, e di Sergio Arnaldi, anche lui cavaliere eccezionale ma soprattutto insostituibile e indimenticato eccezionale dirigente dell’ippica italiana. Che festa, la nostra festa, il momento più atteso di tutta la primavera anzi dell’anno!