Capannelle Galoppo: le corse di domenica 24 aprile

Capannelle Regina Elena 2013

REGINA ELENA e PARIOLI, le prima classiche italiane del 2016 alle Capannelle. Due TRIS nel pomeriggio di grande fascino. Il grande giorno. Ne abbiamo tanti di giorni che scandiscono la selezione alle Capannelle che con San Siro è il palcoscenico del grande Turf. Il vero grande galoppo passa di qui e ci ritorna spesso durante la annata e sempre anno dopo anno. Siamo arrivati alla domenica del Parioli e del Regina Elena. Sono le due corse faro, le Classiche, per i cavalli di tre anni sul miglio. Solo una volta nella vita un cavallo può disputare le classiche, qui sta il loro ineguagliabile fascino. Puoi vincere anche due volte o magari di più l’Arco di Trionfo oppure le King George ma soltanto una volta la Classica. Ecco perché stiamo per vivere una giornata, un pomeriggio assolutamente speciale. Il treno del Parioli e dell’Elena passa e si ferma per un secondo soltanto sul palo di arrivo ora e poi più. La storia di queste due corse è antica, sono state istituite nel 1907 e come per tutto ciò che è sacro nel Turf l’esempio viene dalla Inghilterra dove erano state create esattamente un secolo prima. Li si chiamarono Ghinee, come la moneta, si dissero Mille quelle per le sole femmine e 2000 le altre per i maschi. Fu scelta la pista di Newmarket e il miglio. Da noi il palcoscenico, come spiega nei suoi libri lo storico per antonomasia del galoppo Romano e non solo, Domenico Rotella, Parioli e Elena si disputarono fino a che Capannelle non si rivesti di nuovo a metà degli anni 20 in un ippodromo che adesso non esiste più e che fu detto Parioli, da qui il nome della corsa. Questo ippodromo si trovava nella piana che lambisce il Tevere e poi le pendici della collina di Villa Glori e quella dei Parioli, guardato a vista dal due volte millenario Ponte Milvio. Oggi in quella zona, come molti avranno già intuito, c’è il Villaggio Olimpico, lo Stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport, quello del Coni, insomma un quartiere vivo e vissuto con tanto di ultima creazione, l’Auditorium di Renzo Piano. In quegli anni c’era invece una pista di galoppo, poi diventò, spiega sempre Rotella, una Piazza d’Armi per le esercitazione (vicino esistevano diverse caserme) e alla fine ma in una area minore divenne ippodromo di Trotto, il famoso Villa Glori che fu smantellato per far posto alle strutture appunto per le Olimpiadi. Le corse al Trotto per 50 anni furono disputate a Tor di Valle e adesso da alcune stagione come tutti sanno Capannelle è diventato l’unica grande casa dell’ippica Romana e ne è fiera e orgogliosa oltre che consapevole della importanza del ruolo. Se per la scelta del nome della corsa aperta anche ai maschi abbiamo già compreso che, forse con poca fantasia, si scelse la località per quella tutta femminile si rese omaggio alla Regina Elena del Montenegro da pochi anni anche Regina d’Italia avendo sposato Vittorio Emanuele che successe al padre Umberto come noto perito nell’attentato opera dell’anarchico Bresci. Nelle due Classiche che stiamo per vivere è racchiusa tanta Storia del nostro Galoppo, sono le nostre imprescindibili radici, il nostro retroterra culturale indispensabile per progettare, pensare e desiderare un futuro ancora importante. Uno sguardo ai due Albi d’Oro ci consegna una sorta di Storia del Turf italiano e non solo. Da queste due corse sul miglio sono passati pilastri dell’ippica che hanno scritto a caratteri indelebili il proprio nome sia che si parli di cavalli così come di uomini. Eccezionali proprietari, grandissimi allenatori e fantini che hanno davvero fatto la Storia, la nostra. Se pensiamo ai cavalli forse la prima citazione deve spettare ad alcune femmine assolutamente eccezionali che davvero hanno contribuito alla crescita del galoppo. Hanno vinto prima l’Elena e poi il Parioli e quindi sono state campionesse, alcune immense, poi sono andate in razza ed hanno lasciato il segno, alcune, nella storia del Turf mondiale. Delleana di Federico Tesio e montata da Federico Regoli dopo il doppio e non solo è diventata la madre di un fuoriclasse come Donatello che fu secondo nel Paris e poi stallone caporazza. Nogara che seguì lo stesso percorso ha dato al galoppo Niccolò Dell’arca, Nakamuro e ovviamente il fuoriclasse Nearco che si laureò miglior tre anni europeo a Parigi e che poi è diventato lo stallone del secolo perché oggi oltre l’80% dei cavalli vincitori di pattern nel mondo discende da lui. Dal capolavoro assoluto di Federico Tesio. Nearco è il momento più alto di sempre nella Storia dell’ippica nel mondo. Anche lui come la madre è passato, imbattuto in carriera, dalla classica sul miglio, per lui ovviamente solo il Parioli. Ancora e parlando di femmine eccezionali come dimenticare il doppio e non solo di Jacopa del Sellaio oppure di Archidamia che vinse anche lei il derby e diede in Arco un laureato di Nastro azzurro. Seguono poi anche Astolfina e Saccaroa mentre a Tadolina, campionessa formidabile e madre di Tierceron, il Parioli fu negato nel fango da Bauto. E’ proprio vero l’albo d’oro è molto spesso proiezione o specchio della nostra storia e ci ricorda che anche Aranvanna, regia di Armando Renzoni, dopo Elena provò Parioli finendo terza di un gran cavallo come Misil. Anche Tokamura è stata una campionessa e madre di Toulouse Lautrec. Scorrendo gli elenchi c’è solo l’imbarazzo della scelta. Con le femmine come con i maschi che a quello di Nearco uniscono i nomi di Crapom, trionfatore anche lui a Parigi, di Niccolò dell’Arca, di Botticelli che vinse ad Ascot, di Bonconte e Whortadd che furono gli ultimi due a bissare anche nel Derby. Davvero l’albo d’oro ci consegna una fetta importante di grande ippica, quella che ancora una volta appunto ci troviamo a vivere meravigliosamente entusiasti ancora una volta. Cosa ci regala il Parioli 2016? Innanzitutto la presenza di Lanfranco Dettori che vuole assolutamente anche questa classica, l’Elena è stato suo con Nicole Pharly, sarà in sella a Qatar Dream che partirà molto probabilmente favorito per propri meriti, secondo al debutto e poi vincitore nella stagione e per lusinghiere linee che lo vedono a una lunghezza e un quarto da un cavallo che si annuncia come uno dei protagonisti della stagione classica internazionale, Zarak. Contro l’alfiere di casa Al Thani arrivano dall’estero due altri ospiti. Dalla Francia Simone Brogi, nipote del grande Lorenzo che vinse sei volte come trainer il Parioli, sposta il suo Michele Strogoff ex italiano che si sta facendo onore oltre alpe. Dalla Germania viene Neruda rientrante ma ottimo a due anni nelle sue due sortite. Tre ospiti che danno autentico spessore internazionale alla corsa e ne mettono anche al sicuro il rating. Troveranno pane per i loro denti nel bel gruppo di cavalli allenati in Italia (sedici nelle gabbie, splendido e ovviamente corsa tris), il meglio possibile. Ecco quindi Basileus secondo di Gran Criterium alla ricerca della forma migliore nella stagione, Don Aurelio che lo ha sconfitto, l’ultimo grido Irishman Mark, Saent, con anche il compagno Lucan Sweet, che ha dalla sua l’assunto più titolato, il Gardone. Poi ancora il laureato di Pisa Nice Name, il listed winner Voice of Love, il vincitore del Berardelli Poeta Diletto, la crema insomma dei nostro cavalli con anche Dylan Dancing, Exclusive Potion, Gagner Sa Vie, Giogiobbo e Staisenzapenzieri. Uno splendido campo come non si vedeva da tempo, un bel segnale per il nostro Turf. La risposta del Regina Elena è affidata ad 11 protagoniste che contano anche una insidiosa e certamente in ascesa ospite anche lei affidata a Lanfranco Dettori. Si tratta di Al Hayyah che dovrà sfidare le nostre migliori capitanate da Victim of Love che ha fatto intravedere grandi cose al pari di Aquila Solitaria oppure di Conselice in continua ascesa ma davvero le nostre sono tutte agguerrite perché il campo segnala anche La Trinacria dai grandi mezzi e per ora con poca fortuna, la ottima Roderic Queen, Valuta Pregiata dal potenziale elevato, poi Naldina che veste la giubba di Dormello, Endless Summer e Eternity Star. Anche in questi caso grande spettacolo. La giornata, settanta protagonisti e ben due tris perché oltre al Parioli è seconda tris anche il premio Tornado Mitch, difficile perizia con 11 partenti anziani sul miglio, chiaramente vivrà soprattutto di questi due indimenticabili momenti ma le corse saranno questa volta otto, sei volte si correrà in pista grande e due in quella all weather. Oltre alle due pattern avremo due condizionate, una sarà per sole femmine anziane, una maiden sui 2000 metri e il resto del programma vivrà di emozionanti handicap con le distanze che andranno dai 1400 ai 2000 metri. In più davvero alcune delle migliori cravaches al mondo saranno in pista con tutte le nostre più importanti. Buon divertimento, il grande mese di Capannelle è iniziato!
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