Cesena: una leggenda che si rinnova
La storia del Campionato Europeo è uno scrigno che contiene diamanti. Questa corsa nel tempo è diventata una fabbrica di miti attraverso una formula unica ed avvincente, due prove a numeri opposti che quasi sempre portano alla "bella di mezzanotte". Scorri l'albo d'oro del Campionato Europeo e ti accorgi che stai sfogliando il grande libro del trotto e ti trovi anche a leggere pagine "mondiali" che vanno aldilà dei confini continentali. Campionato Europeo lo battezzarono nel 1908 gli "inventori" a Faenza, che dopo qualche anno passò la mano a Montecatini e a Ravenna, finché Cesena fu pronta ad entrare in scena con il Savio inaugurato nel 1922 e in grado dal 1927 di aprire la storia ufficiale della corsa. Era il 25 settembre quando il mitico Homer, americano importato in Germania, ne inaugurò l'albo d'oro, con la vittoria in 1.19, eternata dalla lapide che avvia la tradizione di murare nelle tribune il ricordo degli eventi storici. La fama dell'Europeo si consolidò nel tempo per le gesta di autentici fuoriclasse come Muscletone, Prince Hall, Jago Clyde, approdando negli anni tra il 1957 e il 1962 alle sfide tra Tornese, l'asso dalla criniera bionda, e Crevalcore, il diavolo nero. Tornese vinse a Cesena due edizioni consecutive (57 e 58), ma nel 1959 trovò Crevalcore che lo sconfisse nella bella all'eccezionale crono di 1.16.3, che resterà record della corsa per 17 anni. Di rilievo il triplo di Eileen Eden, con la magica guida di Fromming, tra il 1968 e il 1970. Anni Settanta caratterizzati dall'ultimo trionfo di un cavallo indigeno, Delfo, il genio e follia del trotto italiano. Splendido il suo duello con Waine Eden, con prevalenza di Delfo guidato da Vivaldo Baldi. Il popolare driver toscano vanta sei vittorie nell'Europeo: due con Birbone (1951 e 1952), una con Crevalcore (1960) e le due consecutive in sediolo all'americano The Last Hurràh (1977-78). Perché l'Europeo è anche la storia di grandi guide, di leggende della redini lunghe: Finn, Fromming, Vivaldo, il Pilota, Kontio, Wevering, Verbeeck, Gubellini. Gli anni Ottanta si inaugurano nel nome di un campione normanno, Ideal du Gazeau, che alla bella sconfisse un coraggioso e indomito Our Dream of Mite in una delle più avvincenti edizioni della classica del Savio. Un altro indimenticabile campione dell'Europeo, che quasi ad ogni edizione ci ha proposto i grandi del trotto internazionale è stato l'americano Mack Lobell: nel 1989 l'asso Yankee polverizzò la concorrenza in due sole manches, stabilendo lo strepitoso record di 1.12.6 al chilometro, che ancora oggi rappresenta la miglior performance della corsa. Gli anni Novanta hanno visto il dominio del tedesco Campo Ass con un triplo a seguire tra il '93 e il '95, Grande impresa di Crowning Classic, l'americano di Mauro Baroncini, nel 1996, senza nemmeno dover ricorrere alla bella. Un uno-due perentorio condito da uno strepitoso 1.12.9. Crowning bissa l'anno dopo con un appassionante duello a due dopo mezzanotte. L'americano di scuderia italiana se la deve vedere con Toss Out, attendista pericoloso di spunto. Baroncini lo sorprende prendendo subito lo steccato con mezzo giro da brivido e inutili sono i tentativi dell'americano di scuderia tedesca. La storia recente vede il fenomenale Krame Boy nel 1998, il successo del ‘tedesco di Romagna' FAMOUS
NOVEMBER, le due vittorie secche nel 2001 e 2003 degli svedesi Igor Brick e Digger Crown intervallate nel 2002 dall'ennesimo tedesco Presta Yankee e i colpi della "bella di mezzanotte" di Pegasus Boko nel 2004 (record in 1.12.1 quindici anni dopo Mack Lobell) e di Let's Go nel 2005. Non c'è mai niente di scontato in un Europeo sempre appassionante, avvincente e da lottare in quelle volate d'un miglio bevuto tutto d'un fiato.
"Finale a Due, Faccia a Faccia con la Storia" è lo slogan di questa corsa dal fascino unico che apre il suo libro di ricordi, con tante suggestioni. Sono storie in bianco e nero e a colori, le aspetti per un anno, poi tutto sfuma in una notte meravigliosa, la notte dei campioni.