Capannelle Galoppo: e' DERBY domenica 21 maggio

Ippodromo Capannelle: Derby 2016

DERBY DAY: la grande festa del turf. La madre di tutte le corse: il Derby. E’ cosi in Inghilterra da quasi 250 anni, è cosi in Italia da cento di meno, è cosi in tutto il mondo in cui si disputino corse di cavalli. Il derby è la corsa per cui vive, sogna è combatte ogni operatore del settore, è la corsa che affascina e rapisce ogni autentico appassionato. Ci sono edizioni che sono nella Storia e altre cha appartengono solo alla cronaca ma il Derby resta comunque sempre il Derby, un qualcosa di indescrivibile, un insieme di sentimenti ed emozioni difficili da raccontare perché uniche, ognuno ha il proprio ricordo meraviglioso ed è giusto che sia cosi. Un rito eccezionale che ancora una volta si ripete e a Capannelle come dalla prima volta quando a vincere fu Andreina il cui proprietario non ufficiale, si mormorava allora, pare fosse proprio il Re Umberto di Savoia. Tutto ciò accadeva nel 1884 ma da quel giorno il Turf ha celebrato se stesso e ha dato continuità alla propria esistenza proprio e soprattutto grazie al Derby, alla madre di tutte le corse. Che meravigliosa idea ebbero tanto Mr Stanley dodicesimo Conte di derby, cosi come sua moglie Lady Hamilton e soprattutto Lord Bumbury che, pare, fosse il vero ideatore costretto all’oblio dal lancio sbagliato di una monetina che consentì a Lord Derby di dare il proprio nome alla corsa. Del resto lui, il Conte, aveva in fondo messo il terreno, nella piana leggermente ondulata del Surrey, ad Epsom appunto, dove da allora il sacro momento della verità si celebra ogni anno. Per due secoli abbondanti sempre il primo mercoledì di giugno, bank holiday, cosi come da noi fino alla metà degli anni 60 il primo giovedì di maggio. La domenica e il suo rito festivo hanno avuto poi il sopravvento da noi e in Inghilterra hanno costretto al fine settimana il nastro azzurro. Capannelle è probabilmente l’unico ippodromo al mondo che ha l’onore di vedere il proprio ippodromo sede di ben due Derby, quello consacrato al galoppo e quello, da alcune stagioni, di trotto. Un motivo insieme di orgoglio ma anche di impegno a sempre operare per il meglio e per le fortune dell’ippica nel suo insieme. Nessuno baratterebbe altra affermazione con quella in un derby che in Inghilterra è Blue Ribbbon e da noi Nastro Azzurro. In Francia con un pò di sciovinismo lo chiamano Jockey Club ma nel resto del mondo, anche nel più sperduto paese dove le corse sono pochissime, si chiama Derby e basta. Ecco, ancora una volta il meraviglioso complesso della via Appia si appresta ad essere teatro e palcoscenico di un evento che ha radice profonda nella cultura non soltanto ippica. Di corse e di Derby hanno parlato e scritto grandissimi scrittori, il Derby è nell’immaginario collettivo anche nel nostro paese. Il compito principale di Capannelle è quello di fare di tutto perché Il Derby sia sempre il Derby. Andreina come detto vinse la prima edizione (è bene ricordare che il derby si corre solo a tre anni e quindi solo una volta nella vita di un cavallo, qui sta la sua unicità), Il Conte Felice Scheibler, che è quel signore il cui busto di marmo vi saluta appena entrati in ippodromo, sotto il nome di corsa di Sir Rholand fu il primo vero anti Tesio della Storia e vinse per la prima volta nel 1887 con Carlandrea. Federico Tesio lo fece solo nel 1911 con Guido Reni. Tutte le grandi scuderie italiane lo hanno vinto: Razza di Besnate,De Montel, la Razza del Soldo, la Mantova, la Ticino, la razza di Rozzano, la Aterno, Tagliabue, la razza Spineta, Neni Da Zara, Carlo Vittadini, la Cieffedì, la Alpina, la Aurora, la Diamante, La Tesa, la Ascagnano, la Siba, la Concarena, Lady M, la Erasec, La Madia, la AJB, la White Star, fino alle ultime edizioni che, tra gli altri, hanno visto alla ribalta la Aleali, la Effevi e la Incolinx che oggi sono il gotha del nostro turf. C’è tutta la storia o quasi dell’ippica italiana nell’albo d’oro del Nastro Azzurro. Proprietari, Allevatori, allenatori e Fantini che hanno creato il mito e la grandezza dell’ippica italiana. E non parliamo dei cavalli. Questa è stata la corsa di Nearco ma non di Ribot, di Donatello ma non di Cavaliere d’Arpino. Archidamia oltre 80 anni orsono è stata la ultime femmina a vincere. Il Derby è stata la corsa di grandi come Apelle oppure Ortello, Jacopa del Sellaio e Pilade, Niccolò dell’Arca e Orsenigo, Tenerani e Traghetto, Botticelli e Sedan, Rio Marin e Appiani, Hogarth e Ruysdael, Bonconte e Ortis, Gay Lussac e Orange Bay, Sirlad e Glint of Gold che fu anche il primo estero a trionfare dopo che il derby fu aperto a tutti e Glint of Gold lo fece nel migliore dei modi andando subito dopo a prendere la seconda moneta proprio ad Epsom. Poi ancora Old Country, Welnor che sconfisse Bob Back, vincitore di Prince of Wales, Tisserand davanti ad Carrol House che vinse l’Arco di Trionfo come Tony Bin che nel nastro azzurro fu quarto. Questa è la corsa che ha laureato White Muzzle, Luso, che ha visto secondo Falbrav e poi Ramonti, due campioni di rango, Rakti e Gentlewave altri campioni, come Mastery e Whortadd e come gli ultimissimi ma siamo ormai nella cronaca quasi quotidiana. Ecco perché questa corsa, 2400 metri fino ad alcuni anni orsono ed ora 2200 ma forse più severa, è diventata un rito imperdibile, ecco perché ancora una volta quando l’ultimo sarà entrato nelle gabbie una emozione indescrivibile si impadronirà di ognuno di noi. Perché il Derby è il Derby. Come vivremo la edizione 2017? Ricca di 11 protagonisti che sono la crema del nostro turf e con in più due ospiti di forma estera. Fortissimo è allenato in Germania ed ha appena vinto, ha esordito a Merano lo scorso anno, è sicuramente in ascesa. Kensai, proprietà italiana, ha le stimmate del cavallo che può vincere. Lo allena in Francia Simone Brogi, nipote di Lorenzo un grande del turf, avrà in sella Lanfranco Dettori, spettacolo nello spettacolo e soprattutto ha delle linee molto probanti che se ripetute lo collocano tra i più degni pretendenti al successo dal momento che coloro con cui ha corso correranno il derby di Francia. Dagli ospiti ai nostri. Il marcatore del Parioli sarà al via (Aspettatemi lo farà nello Sbarigia), ecco infatti Anda Muchacho (con pacemaker) di nuovo contro Patriot Hero e Amore Hass. Dal Filiberto arriva Mac Mahon, freddo e professionale. Dal serrato Botticelli ecco Aethos con di nuovo Ground Rules e Back on Board. In suite di vittorie e fresco arriva al nastro azzurro Menuhin. Quale la linea vincente? Lo sapremo solo dfopo la corsa. Che giornata! Derby Day significa anche Carlo D’Alessio, un proprietario che è leggenda e che ha fatto la Storia del galoppo internazionale, a lui si devono Bolkonski, Wollow, Le Moss, Tolomeo e un mare di altri campioni. Lo ricorda una pattern sui 2400 metri per anziani che vogliono provare in vista del Milano e che è nobilitata da più atteso ovvero Full Drago lo scorso anno il miglior tre anni italiano alla resa dei conti. Sarà netto favorito comunque sfidato da Time Chant oppure l’ospite insidioso Quelindo, cosi come Refuse To Bobbin, Wild Horse, Multicolours. La terza pattern del pomeriggio sarà il Tudini, prescelto anche come seconda tris, che nel cognome raccoglie tre generazioni di passione incredibile per il turf sublimata al massimo livello. Un fil rouge che ha legato Giuseppe a Ugo ePiero e poi a Manuela che ricordiamo nella corsa sui 1200, il momento più in Italia in primavera, il trampolino, ci auguriamo, per il vincitore per qualche impresa all’estero. Sarà grande spettacolo con 11 in campo e tra costoro Plusquemavie contro Zapel e Kathy Dream ma con anche pronti altri cavalli da pattern come Harlem Shake, Lohit, Last Gift che ha volato nel Chiesa, Pensierieparole, una corsa splendida. La giornata è straordinaria tecnicamente anche perché ci sono due listed. Nel Mauro Sbarigia ricordiamo il tecnico sopraffino e il cantore ispirato di tante corse e tantissimi campioni, nel suo nome i tre anni miler in campo e nel numero di dieci con oltre Aspettatemi anche Dulciboy, Sun Devil e soprattutto Together Again. Il Perrone approda, con decisione felice, al derby day dai primi di giugno, antica collocazione, e ricorda in Alessandro non soltanto l’imprenditore, il direttore e l’editore di punta (il Messaggero) ma nel turf il grandissimo ispirato proprietario di tanti campioni sotto la bandiera della Hermes. Si cimentano le femmine di due anni pronte ad esplodere in carriera che sempre è stata degnissima per la vincitrice e anche all’estero. Saranno in nove, tutte le migliori tra quelle che hanno corso. Nove corse e dieci partenti in media nel pomeriggio più bello! Oltre a Pattern e Listed ecco gli HP, il Corriere dello Sport, sempre accanto al mondo del turf, e l’Edmondo Botti (scelto come tris, quartè e quintè con 12 anziani sui 2400 metri e tutti con chance) che ha dato il via alla famiglia che tantissimo ha dato e sta dando al nostro galoppo e all’ippica. Ecco le due corse per gli amatori, una nel ricordo congiunto di due grandi gentlemen Domenico e Sergio (indimenticabile dirigente illuminato del nostro mondo) Arnaldi e l’altra tappa Fegentri per le amazzoni internazionali. Un momento particolarmente toccante reso tale per la scomparsa di Pinuccio Molteni, il gentlemen per antonomasia, il proprietario appassionato e cristallino, solare che certamente sarà sempre nel cuore di ogni vero appassionato. Sei volte andrà in scena la pista grande, due quella dritta e una la piccola da 1100 a 2400 metri. Grande selezione dunque, il giorno clou del Turf Italiano. Per un pomeriggio come d’incanto l’ippica italiana dimentica le sue traversie e si riappropria con orgoglio e gioia del suo meraviglioso ruolo cosi che Capannelle, al centro del turf ancora una volta, sarò crogiolo di passione, di entusiasmo e di partecipazione.
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