Capannelle Galoppo: le corse di domenica 29 aprile 2018

DUBAI DAY alle Capannelle. E’ Grande Festa. Tre corse riservate ai cavalli purosangue arabi nel pomeriggio del Parioli e del Regina Elena e non solo. Sfiorati i cento partenti con una media di 11 per corsa. Ben tre le TRIS in programma nel pomeriggio. In tutto il mondo il Turf ha, da diverse stagioni, trovato la giusta strada per porgersi nel migliore dei modi nel rapporto con gli appassionati ma anche con coloro che potrebbero diventarlo: ha creato, durante tutto l’anno e a tutte le latitudini, concentrazioni di eventi al massimo livello tecnico e spettacolare così da determinare la massima attenzione dell’opinione pubblica e dei media. Come accade alla fine di marzo quando a Meydan si disputa la corsa più ricca del mondo ma non solo. Infatti quella indimenticabile giornata e serata, con tante corse a disposizione del pubblico sul campo e collegato in tutto il mondo, è costituita da corse, dal profilo elevatissimo, per ogni età e per ogni attitudine. Il grande evento dunque. Come accade anche nei meeting europei come ad esempio, tra i tanti, in quello di Ascot oppure di Longchamp per la due giorni dell’Arco di Trionfo. Lo stesso possiamo dire che accade in Usa per la disputa delle Breeder’s oppure ad Hong Kong ed in diverse altre parti del mondo. Il profilo che il Turf si è dato negli anni 2000 è appunto quello di grandi momenti di aggregazione spettacolare e soprattutto di alta valenza tecnica. In particolare, in diverse occasioni e un po’ ovunque, il meeting o la grande giornata trova la sua completa dimensione anche con la disputa di alcune corse riservate ai cavalli purosangue Arabi, il segno distintivo del Turf del terzo millennio. E’ ciò che si sta provando a fare anche nel nostro paese e la domenica che Capannelle sta per far vivere al Turf italiano ed ai suoi appassionati è esattamente nel solco di questa strada maestra. Concentrare corse di grande qualità, presenza di prove per cavalli Arabi di alto profilo, offrire dunque lo spettacolo di nove o dieci corse che appagano la attesa del pubblico.
Accadrà anche questa domenica 29 aprile alle Capannelle e sarà grande festa per il galoppo italiano, grazie a 98 cavalli in nove corse quindi con 11 cavalli in media per ogni evento. Non solo: saranno ben tre le corse tris del pomeriggio, due seconde Tris e poi la TQQ ovvero tris, quartè e quintè. Un pomeriggio che, a pieno titolo, può definirsi giustamente Dubai Day proprio perché per tre volte saranno in azione i purosangue Arabi nelle tre prove loro riservate e perché ognuna delle altre corse, comprese ovviamente quelle per i cavalli Arabi, vedranno il loro nome legato ad eccellenze ippiche e non solo degli Emirati Arabi Uniti. Delle tre prove per i purosangue Arabi attesissima sarà la listed per anziani sulla distanza dei 2000 metri. Questa prova è ormai orgogliosamente a pieno titolo in quel circuito europeo di alto spessore che, nei maggiori ippodromi, e durante la stagione da primavera all’autunno vede protagonisti appunto i cavalli Arabi. In questa circostanza, come per le altre volte, la presenza internazionale farà differenza e gli ospiti si misureranno con i migliori cavalli Arabi italiani e in tutto saranno 11 in campo. Le altre due corse per i cavalli Arabi vedranno in una le sole femmine protagoniste, tutte anziane nel numero di cinque, e questa è la novità importante della stagione. La distanza prescelta è quella dei 2000 metri mentre ovviamente non mancheranno i tre anni, ingaggiati sulla distanza più accessibile nel periodo dei 1500 metri e nelle gabbie saranno in dieci. Per tutte le prove è stata prescelta, a garanzia della massima selezione, la pista grande.
Non soltanto, ovviamente, cavalli purosangue Arabi nel grande pomeriggio di Capannelle. Sarà festa e massima selezione grazie alla disputa delle Ghinee italiane ovvero il premio Parioli ed il premio Regina Elena che, come avviene per le prove analoghe europee, saranno disputate sulla distanza del miglio e chiaramente riservate ai tre anni, nell’Elena solo femmine. Ovviamente il tracciato sarà quello della pista grande in erba che sarà il palcoscenico di alta selezione di sette delle nove corse che allieteranno gli appassionati. Le altre due saranno sulla altrettanto importante pista dritta sempre in erba.
Il premio Parioli ha superato felicemente le 110 edizioni, cento di meno di quelle delle Ghinee Inglesi maschili, le 2000. E’ una delle quattro classiche che ormai sono rimaste in circolazioni in ogni paese europeo (la sola Inghilterra può aggiungere ancora il St Leger). Le Classiche sono le prove per i soli tre anni di altissima selezione e sono Le Ghinee o le Poules in Francia e da noi Parioli ed Elena e da sempre si disputano sul miglio. Il Derby (solo in Francia si chiama Jockey Club) è la corsa per antonomasia riservata ai tre anni (ad Epsom ed al Curragh sui 2400 metri, in Francia sui 2100 e in Italia alle Capannelle sui 2200 metri) mentre le milanesi Oaks sono riservate alle sole femmine come l’Elena ma sono sui 2200 metri (ad Epsom sui 2400 ed in Francia si è scelto il nome Diane). La caratteristica delle classiche è dunque che nella vita di un cavallo si possono correre solo una volta, a tre anni.
Ecco perché la giornata di domenica alle Capannelle riveste una valenza straordinaria.
Si incoronerà la migliore femmina italiana di tre anni sul miglio ed il miglior maschio.
In passato quando le due corse si disputavano ad un paio di settimane di distanza, furono diverse le femmine che riuscirono nella impresa di vincere entrambe le prove (Elena e Parioli); Delleana che poi fu madre di Donatello runner up di grand prix de Paris, Nogara che è la madre per eccellenza del turf mondiale avendo generato Nearco e poi ancora cavalle straordinarie come Jacopa del Sellaio e Archidamia che resta la ultima (nel lontano 1936) ad aver vinto persino il Derby. Astolfina, Bernina e Saccaroa ancora nomi di grande cavalle ma in quello che possiamo definire il turf contemporaneo o moderno, complice anche il fatto che le due prove si sono corse spesso lo stesso giorno o a brevissima distanza, non si hanno tracce di femmine capaci di vincere anche il Parioli che ormai è prova solo per maschi. Scorrere l’albo d’oro è sempre come scavare in una preziosa miniera. Cosi, oltre ai citati, ecco, unendo i grandi vincitori tanto di Parioli come di Elena, i nomi straordinari di campioni come Crapom che vinse l’Arco di Trionfo, Nearco che è il cavallo dei due secoli, Niccolò dell’Arca fuoriclasse fermato solo dalla guerra, Botticelli che seppe vincere la Ascot Gold Cup, Mannsfeld ottimo anche in Francia, come Ovac in Inghilterra, lo stesso si può dire di Sikeston che vinse anche le Queen Anne, oppure Misil o ancora Le Vie dei Colori a bersaglio tra Francia e Inghilterra al massimo livello come seppe fare Ramonti, altro laureato di Queen Anne, mentre Senlis e Golden Titus furono protagonisti in Francia e Worthadd lo fu nelle Lockinge mentre Al Rep è diventato poi uno dei più forti cavalli di Hong Kong. L’ultimo laureato di Parioli è Anda Muchacho atteso ora a quattro anni. Tra le femmine oltre alle citate ecco Tokamura seconda anche di Parioli e madre di Toulouse Lautrec, Rossellina una sorella di Ribot, Tadolina che ha corso con onore nelle Champion ed è madre di Tierceron, Azzurrina che tentò, terza, anche il derby. Ancora ecco il nome di Atoll che corse alla grande le Oaks di Irlanda, di Aranvanna che provò persino il Parioli, terza. Silver Cup si è fatta molto onore in Usa e Sound of Freedom ha sfiorato il derby, è stata runner up. Il Parioli e l’Elena sono nel dna del turf italiano, un segno distintivo al massimo livello. Sono anche un rito, una festa che si ripete con gioia ogni primavera, sono il segnale della vitalità e della volontà di continuare a recitare un ruolo significativo nell’immaginario collettivo della società civile da parte del nostro mondo e ciò probabilmente sarà possibile se la sinergia con il mondo del purosangue Arabo potrà consolidarsi e crescere.
Le due prove non deluderanno le attese degli appassionati.
Tra i maschi in pista scenderanno 12 tre anni: Captain Cirdan, Domagnano, Ipompieridiviggiù, l’ospite Kabir, tedesco dalla buona carta, Maschio Italiano, Met Spectrum, Pettifogger, Poeta Innamorato, Sir Vales, Sopran Roccia, Wait Forever, Whenindoubtsmile.
Albo d'Oro Parioli
Mentre tra le femmine a scendere in pista saranno una in più ovvero 13: Act of War, Charline Royale, Dancer Cross, Genuiram, Keymaster, La Base, la pulce d’acqua, Lorenda, Red Impact, Stella di Camelot italiana di Francia, Sweet Gentle Kiss, Tata Pila e Temple Church.
Albo d'Oro Regina Elena
Non solo Parioli oppure Elena e non solo cavalli purosangue Arabi.
Il grande pomeriggio (il successivo appuntamento spettacolare sarà quello del derbyday il 20 maggio preceduto il 13 dal giorno del Presidente della Repoubblica) ci regala anche il profumo di derby. Verso il nastro azzurro sono infatti proiettati i protagonisti del Botticelli sui 2100 metri, solo cento di meno della corsa per antonomasia. Botticelli (da Blue Peter e Buonamica da Niccolò dell’Arca) rappresenta la ultima grande mirabile creazione del Senatore. Federico Tesio ha sempre mirato a creare il cavallo classico per eccellenza ma capace anche di coronare il vero sogno di un turfmen della sua epoca, quello di vincere la Gold Cup o il Grand Prix de Paris. Ovviamente l’ultimo fuoriclasse “inventato” dal Mago di Dormello è stato Ribot ma il Senatore non ha fatto in tempo, purtroppo, a vederlo in pista. Tuttavia lo aveva concepito (Tenerani aveva vinto la coppa di Goodwood) anche per trionfare ad Ascot. Lo fece ma non nella Gold Cup bensì nelle King George (oltre a due Archi di Trionfo) perché i parametri della selezione proprio allora stavano mutando e per essere cavallo del secolo non sarebbe più servito vincere la Gold Cup. Botticelli ci riuscì ( a tre anni tuttavia corse anche le King George) proprio ad un anno dalla morte del Maestro perché cosi doveva essere e cosi fu. Vinse la Gold Cup sui 4000 e prima il Milano sui 3000 oltre a Gran Criterium a due anni e a tre Parioli e derby. La completezza assoluta. Nel suo nome i tre anni provano, come hanno appena fatto a Milano nel tradizionale Emanuele Filiberto, per il Derby. Cosa riuscita a laureati di Botticelli come Tisserand (celebriamo quest’anno il trentennale del suo nastro azzurro), Rakti, Biz The Nurse e Goldstream. Ecco perché saranno in ben 11 a tentare di conseguire il passi verso la classicissima e tra costoro i fascinosi Henry Mouth, Wiesenbach, Roquero, Solvang e non solo ovviamente. Carlo Chiesa ci è stato strappato troppo presto dal destino. Ha fatto in tempo ad essere un lungimirante presidente del Proprietari di Galoppo, un fantastico allevatore (la National) ed un altrettanto mercuriano proprietario che, come i nostri grandi, aveva compreso che bisognava accettare, anni 70, la sfida e correre almeno in Europa. Lo fece con Reine des Naples che vinse il Vanteaux e si apprestava anche a varcare l’oceano ma la sua genialità è mancata troppo presto al nostro mondo. Lo ricordiamo attraverso questa prova, listed sui 1200 metri, che raccoglie al via le nostre femmine di punta sulla breve in confronto intergenerazionale. Da questa stagione si disputa nel giorno dell’Elena è funge da passaporto verso il successivo Tudini. Lo nobilita una vincitrice di Omenoni e di Aloisi come My Lea che terrà alto il rating della corsa e che sarà opposta a ben 13 rivali oper un totaler di 14 in campo tra le quali Musa d’Oriente in forma smagliante, Fataliste, Sopran Verne, la ospite Yori, e tutte le altre che in apnea sui 1200 cercheranno di conquistare l’agognato black type che per una futura fattrice è fondamentale.
Il meraviglioso 29 aprile non finisce ancora di sorprenderci e conferma un gemellaggio che ci onora e che ormai è splendida tradizione. La amicizia con la straordinaria realtà degli Emirati Arabi Uniti si sostanzia proprio nel premio Jebel Ali che diede il via al gemellaggio. Ora è HP e vedrà le femmine in confronto intergenerazionale sui 1400 metri mentre la altra corsa che completa la giornata vedrà ancora i flyer protagonisti e nel nome di Mujahid eccellente stallone, ottimo con i suoi prodotti anche nel nostro paese. Davvero il Turf italiano è pronto a dare di se stesso ennesima prova di vitalità. Lo farà ogni volta appunto in cui si potrà celebrare attraverso queste giornate clou (a Roma in autunno nel Lydia Tesio and Roma day) che tanto alle capannelle come a San Siro sapranno tenere alto il profilo e la valenza del nostro turf. E’ questa la strada maestra che dobbiamo percorrere.