Capannelle Galoppo: le corse di domenica 28 ottobre

Domenica del Premio Scheibler. Sette corse, II TRIS e TQQ. Il Conte Felice Scheibler è nato nel 1856 e ci ha lasciati nel 1921. E’ stato uno dei più eccezionali ippici doc di sempre. Un turfman nell’accezione più nobile ed alta del termine. Forse il vero anti Tesio, di sicuro il più intrigante, peccato la sua scomparsa, stava dando del filo da torcere al Senatore che iniziava allora la sua inarrestabile ascesa. Ci siamo perduti un super duello ma per la quindicina di anni in cui si sono scontrati sono state scintille. La famiglia di Scheibler, ricca ovviamente, veniva dalla Germania, lui aveva studiato a Bonn. Per darvi una idea sappiate che è stato tra i fondatori della Società Milanese Caccia a cavalli nel 1882 ( più o meno l’epoca in cui nascono Steeple e Jockey Club) con sede nella sua villa di Castellazzo di Rho. Nel 1899 diventa vicepresidente della Società Italiano per il commercio con le Colonie. Diciamo questo perché sarà proprio la passione per l’Africa, il famoso mal d’Africa come si diceva allora, esteso ad India e alle Americhe a portarcelo via. Infatti è in quei paese che fu cacciatore e molto esploratore. Il nostro mr Stanley oppure Livingstone. Quando correva lo faceva con il nome di Sir Rholand e questo nome lo trovate in tutti, proprio tutti e più volte, gli albi d’oro delle nostre grandi corse, nessuna esclusa. Allenava i cavalli proprio a Castellazzo ma anche a Barbaricina. Se ne è andato da quasi un secolo ma la memoria non deve svanire, è stato un pioniere indimenticabile del turf italiano. E’ un dovere ed un piacere celebrarlo. Di più: quando entrate alle Capannelle, è lui che ci saluta marmoreo appena sulla destra pochi passi dopo i cancelli. Il suo busto inerte sia per tutti noi incoraggiamento e monito. Gli dobbiamo tanto, almeno facciamo in modo che l’ippica continui ad esistere. Domenica tocca a lui e al suo tormentato premio. Si tormentato perché di fatto ha girato tutte le stagioni possibili ovvero primavera e autunno. Senza pace, riservato ai soli indigeni per un periodo, una sorta di derby autarchico, prima ancora preparazione finale romana al nastro azzurro e tutti a dire che portava jella (comunque Ruysdael lo vinse). Non portava jella, diciamoci la verità. Lo correvano cavalli meno buoni di quelli (derby solo per indigeni) che limavano nel Filiberto in una ippica onestamente san siriana, tecnicamente parlando, senza scandalizzare nessuno. Fatto sta che ad un certo punto non si sapeva più che fare di questa corsa e allora eccola in autunno sempre per i soli indigeni prima e poi finalmente listed che consola o premia perché in effetti una listed premia sempre e fa selezione, poi volendo può anche lanciare in extremis ma è un filo una forzatura. Adesso che sapete tutto vogliate bene al Conte e alla sua corsa che nella edizione 2018 vede in campo, sui 2000 metri della pista grande questi tre anni Azzurro Cobalto, Bridge focuswish, Cascio Indiavolato, Frutireu, Guapo, Gugus Des Brieres, Nuraghe Irru, Old Fox, Undisclosed Desire, Wiesenbach.
Non solo Scheibler nel primo pomeriggio di ora solare. Sette corse e oltre alla listed anche due condizionate (una per femmine di tre anni e oltre sul miglio e l’altra sui 1500 per i due anni, sempre in erba e pista grande), una maiden sui severi 1800 per i due anni in pista grande ed ancora in scena anche i gentlemen e le amazzoni, gli anziani in HP nel ricordo di casa Palmieri che al turf ha dato tantissimo sotto il nome di Razza Spineta : basta ricordare i due derbywinner Braccio da Montone e Bonconte di Montefeltro, la oakswinner Azia, Arnaldo da Brescia che vinse il Parioli e tutti gli altri. Per cinque volte sarà in azione la selettiva pista grande, due la All Weather mentre le distanze andranno dai 1500 fino ai 2200 metri. Tra sette giorni in scena l’imperdibile Roma Champion’s Day, il summit autunnale del galoppo italiano: Lydia Tesio, Roma GBI Racing, Guido Berardelli, Carlo e Franco Aloisi, Ribot Memorial Luciani, tutte pattern con anche la listed Divino Amore e nove corse nel pomeriggio.