A Capannelle domenica 19 maggio va in scena il Derby Day

ippodromo capannelle

È iniziato il conto alla rovescia che ci porterà al giorno più importante dell’anno, quello che tutti gli amanti dell’ippica aspettano con trepidazione: domenica 19 Maggio 2024, all’Ippodromo Capannelle, va in scena il DERBY DAY. 141 anni di storia per un evento unico e imperdibile, una storia meravigliosa iniziata nel 1780 grazie alla genialità di Mr. Stanley, dodicesimo conte di Derby.
Da allora vincere il Blue Ribbon (così definito perché un tempo veniva cinto intorno al collo del vincitore un nastro di seta azzurra) è sempre stato il sogno di ogni operatore ippico, allevatore, proprietario, allenatore e fantino. Perchè il Derby è la corsa che arriva solo una volta nella carriera di un cavallo, a tre anni e poi mai più. Ecco spiegata forse la ragione del suo più autentico fascino: 140 interminabili e struggenti secondi nei quali è messo in palio non solo un nome nell’albo d’oro ma anche un posto nella storia.
Il Derby Italiano di Galoppo è l’essenza di questa disciplina, uno spettacolo ammaliante che riunisce e affascina decine di migliaia di spettatori all’Ippodromo Capannelle nella giornata più importante dell’anno. Un’occasione unica per vedere i migliori cavalli affrontarsi nel momento decisivo della stagione.
L’ing. Elio Pautasso, Presidente di Federippodromi e Direttore generale Hippogroup Roma Capannelle, ci racconta l'evento: «Il Derby Day è il giorno più importante della stagione ippica, nazionale e anche internazionale, ma è anche un appuntamento sportivo e mondano di grande tradizione, un’autentica festa di sport e di attività all’aria aperta, uno spettacolo unico che stiamo preparando per offrire alle migliaia di appassionati che accorreranno a Capannelle una giornata indimenticabile. Avremo la Fanfara della Polizia di Stato, l’8° Reggimento Lancieri di Montebello che accompagnerà la sfilata solenne dei cavalli partecipanti al Derby, una sfilata di carrozze d’epoca, il Pony Village e la Ludoteca per le famiglie con bambini, il Mercato Contadino e perfino il Concorso di Eleganza nel giardino ospitalità che premierà la donna considerata più raffinata. Filo conduttore del concorso sarà “l’eleganza senza tempo”, rappresentata dall’accessorio emblema per questo genere di occasione, il cappellino. Tutto sarà finalizzato a porre il cavallo al centro dell’attenzione. E poi la chiusura in bellezza, alle 17.30 di domenica 19 maggio, con il Derby, la madre di tutte le corse».
Il 141° Derby Italiano del Galoppo sarà il momento più importante del DERBY DAY, ma il ricco pomeriggio di corse offrirà un programma davvero straordinario. Due saranno le pattern in programma: il PREMIO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CAMPUS BIOMEDICO, gruppo III per gli anziani di 4 anni e oltre sui 1800, oltre naturalmente al DERBY ITALIANO DEL GALOPPO, gruppo II per cavalli di 3 anni sui 2200 metri.
Quindi ben 4 listed race: il PREMIO CARLO D'ALESSIO, riservato agli anziani sulla distanza classica dei 2400 metri, il PREMIO TUDINI, per cavalli di 3 anni e oltre sulla distanza di 1200 metri, il PREMIO ALESSANDRO PERRONE, con le femmine di due anni protagoniste sui 1100 metri, e il PREMIO MAURO SBARIGIA, per i tre anni sul miglio.
E per concludere altre tre corse: il tradizionale PREMIO EDMONDO BOTTI, pregevole HP per anziani sui 2400, il PREMIO SERGIO ARNALDI, handicap per anziani sui 2400 metri aperto a gentlemen e amazzoni, e l’attesissimo PREMIO FEGENTRI LADY RIDERS, per le sole amazzoni.

LA STORIA DEL DERBY

La leggenda del Derby nasce nella seconda metà del 1700, una storia affascinante che con il tempo ha assunto i contorni della leggenda, grazie all'intuizione di Mister Stanley, dodicesimo Conte di Derby, capace insieme alla moglie e a un numero ristretto di amici appassionati di corse e di cavalli di mettere a punto e di definire i connotati della madre di tutte le corse. Solo per i tre anni e sui 2400 metri.
L’idea poi si estese anche a una corsa per le sole femmine, sempre di tre anni ed ancora sui 2400 metri, cui fu dato il nome di Oaks, mutuato da un fascinoso gruppo di querce che dominavano la piana di Epsom, la località scelta dal Conte di Derby tra le tante terre in suo possesso.
La questione del nome non fu pacifica poiché Lord Bunbury, anche membro della Camera dei Comuni Inglese, pretese a pieno titolo di voler dare il proprio nome alla corsa. Ne aveva diritto giacché tra tutti gli amici era di gran lunga colui che era dotato delle maggiori cognizioni tecniche in materia e soprattutto era a lui che si dovevano i reali contorni della corsa, ovvero la limitazione ai tre anni e la distanza. Certamente il Conte di Derby metteva i terreni e la cosa assumeva un peso non indifferente, tuttavia il gruppo di appassionati ritenne meritevoli entrambi i promotori di dare il proprio nome a quella che sarebbe diventata la corsa più importante al mondo. Fu necessario il sorteggio ed il lancio della moneta favorì Mr Stanley, il Conte di Derby. Per Bunbury fu l’oblio (anche se un suo cavallo vinse la prima edizione della corsa), per Lord Derby la gloria eterna.
In ogni parte del mondo si corre un Derby e l’Italia non sfuggì a questa regola, seppur con quasi 100 anni di ritardo. Nel 1884, alla presenza di Re Umberto, si disputò alle Capannelle la prima edizione della “classicissima”, recensore d’eccezione su un quotidiano dell’epoca Gabriele D’Annunzio. Vinse Andreina che, osò scrivere lo stesso Vate, pare fosse in parte di proprietà dello stesso Re Umberto.

Gli Albi D’Oro dei Derby di tutto il mondo sono ovviamente ricchi di nomi illustri, cavalli e personaggi che hanno fatto la storia dell’ippica. Non fa eccezione quello del Nastro Azzurro Italiano, nel quale spicca una presenza, Nearco, il più grande di tutti i tempi che lo corse e ovviamente lo vinse, ma anche un’assenza, Ribot, il cavallo del secolo che fu costretto a non correre.
Impossibile non citare i nomi di campioni internazionali (il nostro Derby fu riservato solo ai nati in Italia per un secolo, fino al 1981) come Apelle, oppure Ortello, e poi ancora Crapom che fu sconfitto dal compagno Pilade, o ancora Donatello e ovviamente Nearco, Bellini e Niccolò Dell’Arca o il grandissimo Orsenigo. A prima della guerra risale l’ultima vittoria rosa: spetta ad Archidamia nel 1936, ma nel '32 vinse un’altra eccezionale femmina Jacopa del Sellaio.

L’ultima edizione, quella del 2023, è stata vinta dal sorprendente Goldenas, outsider da 40/1, bravo ad avere la meglio su Winning Spirit e Relentless Voyager.
ph. Domenico Savi