Merano: pennellata di Kandinskiy

Una pennellata di Kandinskiy ha risolto un premio Unire - corso sotto la pioggia - che ha rimandato a… fine settembre Ajvazovsky e Monsun Air promuovendo oltre al baio della D’Altemps anche il duo della Scuderia Merano. Paolo Favero, dunque, è giunto all’appuntamento con il cavallo in palla e ora deve preservarne il buono stato di salute per tre settimane per poter giocare da protagonisti nel Gran Premio Merano. Bene Serge e Lutin des Bordes, secondo e terzo, manca ancora qualcosa ma era nei piani. Monsun Air, invece, è uscito di scena al primo passaggio al verticale, condotto da Delo all’avanguardia ha scartato nettamente senza possibilità di riparare. Allo stesso verticale grave l’incertezza di Ajvazovsky che ha perso contatto con il gruppo e solo soletto in coda si è dimostrato riottoso sui salti fino a indurre Johnson alla prudenza e fermare. Rivaldo, generoso, è stato assieme agli altri fin quando ha potuto ma è finito per le terre sull’ultima curva senza riuscire a portare a casa la quarta piazza. Tre soli cavalli al palo, dunque, non rappresentano buon presagio in ottica “Merano” per i “nostri”. Ma a vedere il bicchiere mezzo pieno rimane da dire che il terreno insidioso ci ha messo del suo e i tre arrivati al palo hanno lasciato discrete impressioni. Un terreno che ha agevolato il vincitore, come ha dichiarato Raffaele Romano nel dopo-corsa: “A me era piaciuto già l’ultima volta, lui ha bisogno di un po’ di rodaggio. Il tracciato gli è congeniale, l’ha dimostrato ancora una volta”. E dunque non solo l’eventuale Sharstar per Paolo Favero al top event in programma fra tre settimane, perché Kandinskiy c’è. Raggiante anche Mario Pirone contitolare di Serge e Lutin: “Era quello che ci aspettavamo, ora rifiniremo la condizione per presentarci in forma smagliante al vero obiettivo”. Fausto Martellozzo, invece, allarga le braccia sconsolato: “Sarebbe stato opportuno non andare in testa…”. Ajvazovsky, scivolato al verticale, ha invece smesso di impegnarsi, “ora proverò a misurarne le reazioni – commenta Gianluca Bietolini – poi vedremo”. Per lui, la partecipazione al Merano ora è in forse.La cronaca lascia poco allo spettacolo. Monsun partiva in avanti senza ostentare particolare sicurezza ai primi approcci sui salti e si rifiutava di affrontare il verticale, gli altri tutti via lisci tranne Ajvazovsky che scivolava in ricezione, rimaneva in piedi, perdeva contatto e da lì in avanti smetteva di fare il suo mestiere. Il poker rimasto procedeva compatto a velocità non trascendentale anche per via del bagnato sotto gli zoccoli, fino alla penultima dirittura pochi scossoni se non il progressivo affaticamento di Rivaldo al quale il conto sarebbe stato presentato all’arginello. Il match, come secondo i saggi succede nel Gran Premio di cui l’Unire è passaggio “classico”, si decideva al verticale che apre le porte alla piegata conclusiva, dove Romano rifiniva una traiettoria delle sue e sfilava al comando, gli altri provavano a resistere ma sull’ultima Kandinskiy aveva scavato margine di sicurezza tale da permettersi di non dover ricorrere alla riserva per contenere il disperato tentativo di Serge, maggiormente in salute rispetto al compagno Lutin che aveva alzato bandiera bianca all’ingresso della retta d’arrivo accontentandosi della terza piazza.Sottoclou della giornata due condizionate in siepi, per 4 e 3 anni. Fra i giovani, Premio Renon, la rivincita tra Mamacita Tango e Meo si è compiuta a metà, perché sulla siepe di una curva finale combattuta a fianco a fianco Meo falliva la parabola e scodellava Romano a terra. Mamacita si trovava così senza avversari, gli altri terminavano distanti con Ligabue che regolava Sharpmon, poi Salar Jamaal. Il secondo successo di giornata archiviato da Fuhrmann si era consumato un paio d’ore prima nel Dolomiten, nel quale Gilmour ha perduto l’imbattibilità sulla pista di Maia. Ha comunque chiuso terzo, ma lontano da Algol capace di fare centro rispolverando classe già ammirata da queste parti mentre Charley ha dovuto chinare il capo e appagarsi della seconda piazza. Trio straniero dunque, miglior italiano un discreto Mordecai, quarto.Due Fuhrmann ma altrettante ne ha vinte Romano, che prima dell’Unire aveva pensato bene di ricordare che in cross come lui non ce n’è dai tempi in cui era ancora gentleman. Su di lui Nobil sembrava non accorgersi di dover scarrozzare per i 3.500 del Cavalese 79 chili imposti in perizia, quando Miki Tango decideva di accelerare Romano progrediva alle sue spalle per sferrare l’attacco dopo l’attacco di cuore sull’ultima quando doveva dare lezione di equilibrismo per rimanere in sella, ma sul tratto piano conclusivo non c’era storia. Per il terzo da lontano Jaroslawiec acciuffava Magic Joker.Aveva aperto la giornata, sulle siepi del premio Il Mirto ascendente, l’affermazione di Alpha Prim che trovava finalmente l’amato terreno e che Bartos pilotava in avanti alle spalle di Filosuf per poi cambiare marcia sul rettilineo di fronte sfuggendo a ogni agguato, anche a quello conclusivo (e forse un po’ tardivo) di Sleep Alone. Terzo Veleno Blu, quarto ancora Filosuf. Per chiudere, le piane. Ancora Libare e ancora Marco Bozza nel miglio del Castel Coira, in agilità su Kukoriza Janos. Facile anche il successo nei 2.200 di Boscoforte, dosato in testa da un capo all’altro da Evelyn Poehl senza che Enomis e Bel Tanz abbiano mai potuto intervenire.La prossima giornata di corse all’ippodromo di Maia è in programma domenica 14 agosto, in programma la Gran Siepi di Merano (gruppo 1).
Foto Arigossi - Merano