Merano: Lutin brinda con la Crystal Cup

Rimane in casa la Crystal Cup, il trofeo internazionale abbinato al Premio delle Nazioni. Questo grazie a Lutin des Bordes, sempreverde portacolori della scuderia Merano (tra i proprietari anche il meranese Mario Pirone), che a dodici anni centra il successo che corona una carriera. E lo fa con pieno merito, dopo seimila metri galoppati tutti da front runner, l’espertissimo saltatore e il giovane jockey Vana jr senza paura di nulla e nessuno. Né i consueti ospiti cechi né gli irlandesi (o meglio l’unico irlandese, dopo il ritiro in mattinata di Another Jewel, di gran lungo il più temuto) sono riusciti a inserirsi in un dibattito risoltosi a discorso a due fra Lutin e Asselin. Il dormelliano ci ha provato fino in fondo, dopo un tracciato in cui è rimasto sempre a distanza di tiro del capofila al fine di evitare fughe incolmabili. Ma a Lutin non è stato necessario scappare troppo in avanti, una manciata di lunghezze è stata sufficiente per conservarne un paio di vantaggio fin sul palo. Persi lungo il tragitto Radslav e Mastman traditi dal terreno, l’ “irish” The Speedy Man all’oxer e Wavelight Laser alla doppia gabbia – mentre ha fermato Wavelight Laser – Lutin e Asselin si sono trascinati Mastman e Manacerace che hanno provato a rimanere loro aggrappati fino all’allungo conclusivo in retta ma alla fine si sono visti costretti ad accontentarsi di terza e quarta moneta.
Meranese per colori, Lutin des Bordes, ma la cabina di regia è tutta ceca perché se Josef Vana jr è salito in sella a dargli gamba è stato il padre Josef sr, trainer fra l’altro anche di Radslav. Premiazione internazionale grazie alla presenza di rappresentanti di alcuni ippodromi del circuito Crystal Cup – Chelentham (Gran Bretagna), Waregem (Belgio), Pardubice (repubblica Ceca), Lion d’Angers, oltre allo staff dei cavalli irlandesi. L’iniziativa ha contribuito a dare respiro europeo alla corsa e di riflesso anche all’ippodromo.
Ma se da un punto di vista dello spettacolo e del cuore il centro del pomeriggio era il Nazioni, il motivo più squisitamente tecnico si è celebrato nella Corsa Siepi dei 4 anni. Night Rider ha confermato di aver ritrovato se stesso, vale a dire un talentuoso soggetto che però a un certo punto sembrava essersi perduto. Con un finale raggiante ha piegato Fermi che come al solito non si è risparmiato lungo il tracciato, tutto da leader, capace però di immagazzinare più energie del solito per le battute conclusive nelle quali si è mantenuto in quota centrando la piazza d’onore su un positivo Fabuio. Luci a Capannelle non si è acceso neppure stavolta, in corsa fino all’ultima piegata ma poi spentosi improvvisamente. Niente luci neanche per Leuci, questa volta in versione cattivo ragazzo, impreciso sui salti tanto da costringere e Faltejsek ad alzare bandiera bianca.
Nel resto della giornata, Wertrack nel Premio Anap ha interrotto la striscia di successi fra i tre anni inaugurata da Favero a inizio stagione, mentre tra i siepisti più navigati Polizzi si è levato l’etichetta di maiden. Tutte in rosa le prove per amatori, appannaggio delle amazzoni Jana Prikaska con Pixy, Claudia Wendel con Boscoforte e Andrea Hierer con Mountain of Iron.