Andrea Guzzinati vince il Derby

Trotto Generica

Il Derby Italiano del trotto edizione 2010 vinto da Nadir Kronos, sintesi esemplare di una filosofia dell'allevare che è qualità all'ennesima potenza. Il campione cresciuto a Pontecanale, frutto della passione, della competenza di Antonio Carraretto e di una tradizione familiare consolidata sull'humus di terreni meravigliosi nelle Venezie, vanta una genealogia sublime: il sire è Varenne che con il secondo Nastro Azzurro da stallone - il primo fu conquistato da Lana Del Rio - firma il sessantesimo gran premio vinto dalla sua progenie; la madre è Crown Kronos. Ed è una spettacolare linea femminile di stampo classico americano che costituisce il punto di forza del pedigree di Nadir Kronos. La fonte della sapienza femminile unita alla classe del cavallo delle meraviglie in una formidabile idea allevatoria. Infatti, Crown Kronos è una Supergill figlia di Working Gal. La nonna del derbywinner 2010 è una Speedy Crown che in pista è stata attiva al massimo livello riportando le Hambletonian Oaks, per poi illustrarsi nella carriera 2 in paddock. Working Gal è madre di una serie di ottimi soggetti tra i quali Ebony Kronos, Sushi, mamma in Svezia di Pine Dust, laureata delle Oaks, e di Footloos, genitrice di Place Kicher, secondo nell'Orsi Mangelli 1990. Curioso l'intreccio tra Varenne e Viking Kronos in questa storia del neo-laureato del Derby Italiano. Antonio Carraretto vince questo Derby per aver puntato come sire sul grande rivale del suo trottatore prediletto. "Quel pomeriggio romano del Derby Varenne pose fino alla carriera di Viking Kronos, evento che poi si è rivelata una fortuna da un punto di vista stalloniero perchè Viking è un sire di livello internazionale", parole che dicono molto. Rivelano lo sguardo sul mondo delle corse proiettato sempre a costruire campioni attraverso la ricerca della qualità. Non speculare, non temporeggiare ma avere un atteggiamento determinato verso il meglio. Non aspettare l'arrivo dei pifferai di promesse nel tempo ma agire. Investire nelle madri classiche e costituire un ramo pregiato del parco fattrici per poi volare alto con il sogno del campione assoluto. E' questo un fare cavallo moderno che poggia su una cultura antica perchè famigliare ma che nasce dal rispetto di chi ha speso prima di te una vita dietro una passione. Cavalli dietro a un sogno di vivere, ad un modello che oggi è l'unico da perseguire se vogliamo restare in piedi come movimento capace non di sopravvivere ma di essere sport inteso come selezione, competività internazionale e creazione di un flusso economico. Quello che si chiama mercato, aste se volete e poi monte, parco stalloni, l'archittetura solida di un comparto del quale le corse sono il prodotto piu' visibile. Da questa 'vision' nasce un puledro che ha nel Dna qualcosa di speciale: ecco il ricorso a Varenne e l'incrocio con la miglior linea femminile classica americana per creare un altro cavallo in grado di dominare il Derby in un autorevole coast to coast. Bravo è stato Andrea Guzzinati in sulky a guidare con l'intuizione che, se andava davanti Nadir Kronos aveva mezza corsa in tasca. Un Andrea 'bighentiano', solido, sereno, inappuntabile e questo Nastro Azzurro colto come il fiore piu' bello del giardino arriva nell'anno nel quale ha vinto anche il Campionato dei Guidatori. A volte lassu' ti sorridono gli Dei e tutto quello che tocchi diventa oro. Come i fili di seta del mantello di questo trottatore che nasce da carte dove c'è scritta tanta storia del trotto mondiale. Ha vinto un Numero 1. L'Italia sa ancora fare cavalli. E' quello che l'ippica ha mandato a dire domenica a Tor di Valle alla politica che non dà risposte dovute. Che ha lasciato l'Unire senza una linea d'indirizzo. Ma domenica è venuta la gente, ha giocato, si è divertita, ha fatto il tifo e ha applaudito quel cavallino meraviglioso capace di passare primo sul traguardo e gli uomini che lo hanno progettato come un'opera d'arte. Chapeau, amici.